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VI SEGNALIAMO

  • Martedì 13 dicembre, ore 17:00. La Fondazione Lelio e Lisli Basso e il Movimento europeo Italia organizzano la presentazione del volume "Dialoghi sull’Europa. Vol. I" a cura di Maria Cristina Marchetti e Alessandro Guerra (DeriveApprodi, 2022). L'incontro si svolgerà presso la Sala conferenze della Fondazione Basso in modalità mista, presenza/distanza. La presentazione del volume sarà trasmessa in streaming sul canale YouTube della Fondazione Basso. PROGRAMMA.
  • Venerdì 16 dicembre, ore 18:00. In diretta streaming sulla pagina Facebook “Storia&Memoria”, sul canale YouTube “Radio Balcani” e sul canale Twitch “Orizzonti Chioggia” si terrà l’incontro online “Le sfide dell’Unione Europea” con la partecipazione di Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo e già direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Durante la diretta  online verranno affrontate le principali tematiche con cui la UE è chiamata a confrontarsi: l’ascesa di movimenti euroscettici ed eurocritici, la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la capacità di trovare un proprio spazio geopolitico, la questione del Mediterraneo. L’incontro fa parte de “I Dialoghi di Orizzonti”, rassegna promossa da Associazione NordEstSudOvest, Movimento Federalista Europeo Venezia e Ada Venezia. LOCANDINA. Segui su FB: https://www.facebook.com/storiamemo/ - Segui su YouTube: https://youtube.com/user/RadioBalcaniTV  - Segui su Twitch: https://twitch.tv/orizzontichioggia
  • 16-17 dicembre, Milano. Conferenza internazionale "Spinelli Forum 2022 - Europe at a Crossroads After Covid-19 and the War in Ukraine" Il German Italian Young Leaders Dialogue – Spinelli Forum è un'iniziativa congiunta del Ministero Federale degli Affari Esteri tedesco e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano in collaborazione con il Consiglio tedesco per le relazioni estere (DGAP) e l'Istituto Italiano per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI). I giovani partecipanti avranno l'opportunità unica di discutere questioni rilevanti riguardanti il futuro dell'UE e le relazioni tra i due paesi in un ambiente stimolante, nonché di diventare membri di una rete duratura di giovani leader tedeschi e italiani. Le sessioni pubbliche di questo evento saranno trasmesse in diretta sul sito web dell'ISPI. PROGRAMMA.
  • Lunedì 19 dicembre, ore 11:00-13:15. Nell’ambito del ciclo di incontri “DIALOGHI EUROPEI”, il Movimento europeo Italia promuove, in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche IDOS, il Webinar dal titolo “La gestione dell’immigrazione in Italia alla prova dei diritti fondamentali”. L’incontro si svolgerà sulla piattaforma zoom del Movimento europeo. Per partecipare e ricevere quindi il link per il collegamento online inviare una richiesta all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro e non oltre il 15 dicembre. PROGRAMMA.

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 

 

 

 

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13 dicembre

  • Roma, riunione costitutiva del Consiglio parlamentare del Movimento europeo Italia
  • Roma, presentazione del volume "Dialoghi sull’Europa. Vol. I" a cura di Maria Cristina Marchetti e Alessandro Guerra (Iniziativa della Fondazione Lelio e Lisli Basso e del Movimento europeo Italia)

 

14 dicembre

  • Bruxelles, thirteenth edition of “EuropeanChats” (European Movement International featuring with the EEB and EUROMIL)

 

15 dicembre

  • Roma, Tavola rotonda „The Role of EU Enlargement in Redefining the EU’s Geopolitical Role“ (Iniziativa di Villa Vigoni, Centro italo-tedesco per il dialogo europeo e Società Dante Alighieri)

 

16 dicembre

  • Roma, Consiglio nazionale ALI – Autonomie Locali Italiane
  • Conferenza internazionale “Spinelli Forum 2022 - Europe at a Crossroads After Covid-19 and the War in Ukraine” (Iniziativa del Ministero Federale degli Affari Esteri tedesco e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano in collaborazione con il Consiglio tedesco per le relazioni estere (DGAP) e l'Istituto Italiano per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI))
  • Roma, Incontro “Guerra, cristi economico-energetica e cambiamento climatico: dal territorio all’Europa una nuova politica per un futuro di pace e giustizia sociale” (Iniziativa del Gruppo S&D al Parlamento europeo e DEMOS)
  • Incontro online “Le sfide dell’Unione Europea”

 

19 dicembre

  • DIALOGHI EUROPEI - N.2 Webinar “La gestione dell’immigrazione in Italia alla prova dei diritti fondamentali” (Iniziativa del Movimento europeo Italia in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche IDOS)

 

 

 

 
 
 
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9 DICEMBRE: NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA CORRUZIONE …

Il Governo si occupa dell’attuazione in Italia della direttiva UE sulla «protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione».

1. Già tempo fa (luglio 2021) ragionavamo sull’applicazione in Italia di un istituto giuridico di origine anglosassone denominato whistleblowing: esso concerne, come noto, l’attività di chi segnala (anche solo il rischio di) condotte irregolari o illecite, fra le quali statisticamente nella prassi hanno preminenza i fatti di corruzione e di cattiva amministrazione pubblica.

Il 17 dicembre 2021 sono scaduti i termini per il recepimento di una direttiva dell’Unione europea (2019/1937) che stabilisce l’obbligo per gli Stati di predisporre uno statuto di protezione del whistleblower, tanto nell’ambiente pubblico che in quello privato, il quale contribuisca a far emergere condotte suscettibili di determinare violazioni di norme dell’ordinamento europeo.

La scadenza data a tutti i 27 Stati membri per raggiungere dentro il proprio ordinamento i risultati di armonizzazione normativa chiesti dalla direttiva - pur intervenendo al riguardo con forme e mezzi nazionali ritenuti i più idonei a conseguire l’obiettivo voluto da questa - è dunque ormai superata. Per questo la Commissione ha avviato nel mese di gennaio 2022 la procedura per ottenere dall’Italia (e da molti altri Stati membri inadempienti) le informazioni relative allo stato del recepimento della direttiva e, conseguentemente, ha anche emesso (il 15 luglio di questo stesso anno) un parere motivato sul perdurare della situazione di inadempimento italiano, passo che potrebbe condurre ad aprire una procedura in Corte di Giustizia dell’Unione per violazione del diritto europeo.

Si pone dunque oggi in Italia il problema, a carico del nuovo Governo, di dare attuazione a quella direttiva integrandone il recepimento con le già vigenti disposizioni del nostro ordinamento in materia di protezione di colui il quale effettui segnalazioni in relazione a fatti e condotte interne al nostro stesso ordinamento (legge 179/2017).

2. Il Legislatore (art. 13 legge 4 agosto 2022, n. 127) ha già scelto che il Governo - nello specifico il Ministero della giustizia - debba provvedere al recepimento dettando uno statuto unico per ambedue gli ambiti ordinamentali coinvolti (quello nazionale e quello europeo) e, seguendo l’indicazione della direttiva, per ambedue le sfere implicate: sia quella pubblica sia quella privata.

Il 9 dicembre scorso – giornata  internazionale contro la corruzione e data di scadenza della delega conferita al Governo con la legge 127/2022 (da esercitare entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge stessa) – il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR nonché del Ministro della giustizia, ha approvato in esame preliminare lo schema di decreto legislativo, destinato a passare all’esame delle competenti commissioni dei due rami del Parlamento (art. 1.2 legge ult. cit.).

Dunque l’iter di attuazione della direttiva prosegue, seppure con tempi non brevi: sono a disposizione di quest’ultimo tratto di strada 90 giorni perché il Parlamento si pronunci con il proprio parere sui contenuti dello schema di decreto legislativo e il Governo provveda poi a dargli veste definitiva.

3. Cosa nel frattempo succede al whistleblower domestico che volesse segnalare una violazione o un’irregolarità, per esempio nell’uso delle risorse finanziarie conferite dall’Unione europea nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza?

Egli dovrebbe anzitutto poter godere della tutela minima stabilita con la direttiva. Ma questa, per l’appunto, non è recepita in Italia!

Ammettiamo comunque che il segnalante utilizzi una norma della direttiva che sia immediatamente applicabile, ovvero che non necessita di alcuna specificazione per poter essere operativa: è ad esempio il caso della segnalazione non tramite i canali interni all’ente di appartenenza, o esterni ad esso, già individuati dalla nostra legge 179/2017, ma mediante i canali social o comunque i mezzi di informazione. La direttiva consente in via eccezionale l’uso di queste modalità, se ricorrono certi presupposti alternativi: che la segnalazione sia già stata fatta tramite i canali istituzionali interni o esterni senza alcun esito; che a giudizio del segnalante ricorra un pericolo imminente o palese rispetto al pubblico interesse, esista un rischio di ritorsioni nei suoi confronti, ovvero siano scarse le prospettive che la segnalazione venga amministrata in modo efficace (magari anche per il rischio di occultamento o distruzione di prove).

Il nostro ordinamento, dunque, dovrebbe fin da ora “subire” la segnalazione: e diciamo “subire” perché, se invece fosse intervenuto un adempimento tempestivo, la legge italiana avrebbe potuto dettare le modalità appropriate (non eccedenti la finalità appropriate propria dell’istituto, per esempio per garantire la continenza verbale del segnalante) per indicare al segnalante un corretto uso di questa via alla segnalazione.

Ma anche le norme della direttiva non direttamente applicabili - che quindi necessitano di una precisazione da parte dell’ordinamento nazionale implicato per dispiegare la propria efficacia - sono capaci di esplicare effetti negli Stati inadempienti che non abbiano ancora provveduto al recepimento. Ricordiamo infatti l’importante punto d’arrivo conseguito con la sentenza della Corte di Giustizia europea Francovich (19.11.1991, nelle cause riunite C-6/90 e 9/90), là dove si dichiara che certamente coloro i quali sono interessati dalla protezione dei diritti stabiliti dalla direttiva (nel caso si trattava di  insolvenza del datore di lavoro nei confronti di dipendenti subordinati) non possono far valere tali diritti nei confronti dello Stato dinanzi ai giudici nazionali in mancanza di provvedimenti di attuazione adottati entro i termini. Tuttavia lo Stato membro inadempiente è tenuto a risarcire i danni derivanti dalla mancata attuazione della direttiva stessa. 

Nel caso nostro - per fare soltanto uno dei tanti esempi che potrebbero essere evocati - oggi si tratta del diritto che la norma europea stabilisce a favore del segnalante di godere di «misure di sostegno» da parte dello Stato membro, sotto forma di accesso «a informazioni e consulenze esaustive e indipendenti, facilmente accessibili al pubblico e a titolo gratuito, sulle proce­dure e i mezzi di ricorso disponibili in materia di protezione dalle ritorsioni e sui diritti della persona coinvolta» (art. 20.1, lett. a, dir.). La mancanza di queste misure di sostegno può ben determinare un danno al segnalante che, a motivo del mancato recepimento della direttiva, non può goderne utilmente visto che l’attuale disciplina italiana in materia non contempla alcunché al proposito.

4. Si può sperare che le nostre commissioni parlamentari si pronuncino rapidamente, magari anche suggerendo al Governo possibili miglioramenti: l’istituto del whistleblowing avrebbe bisogno di massima valorizzazione, stante la sua funzione anche di “lanceur d’allert” (per impiegare l’efficace espressione utilizzata in Francia per denominare il whistleblower) a fronte di condotte distorsive nell’uso di risorse finanziarie. E siamo in un momento storico in cui le ingentissime risorse pubbliche europee messe a disposizione nell’ambito di NextGenerationEU e dei 27 Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) devono trovare massima protezione. Non è un caso che il regolamento dell’Unione 2020/2092 – nel disporre un regime di condizionalità a protezione del proprio bilancio – disciplini la facoltà delle persone di segnalare alla Commissione europea stessa violazioni del diritto euro-unitario nell’uso delle risorse finanziarie (art. 5.4), persone che saranno protette dalla Commissione stessa sulla base dello statuto stabilito nella “direttiva whistleblowing”.

Milano-Piacenza, 11 dicembre 2022

Nicoletta Parisi e Dino Rinoldi

 

 

 

 

 

 

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Qatargate, diritti fondamentali e democrazia europea

Il 10 dicembre è stata la giornata internazionale dei diritti fondamentali che si celebra ogni anno per ricordare la Dichiarazione universale proclamata dalle Nazioni Unite nel 1948.

Questa giornata internazionale ha paradossalmente coinciso con l’esplodere del cosiddetto Qatargate e cioè con le informazioni diffuse dalla Procura federale belga sull’inchiesta avviata cinque mesi fa per una serie di azioni criminose secondo cui “gli inquirenti della polizia giudiziaria sospettano che uno Stato del Golfo  abbia cercato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo”. “Sono stati sequestrati contanti per seicentomila euro oltre a materiale informatico e telefoni cellulari” ha aggiunto la Procura federale belga.

Nonostante il carattere molto scarno del comunicato, ambienti vicini alla Procura federale belga si sono immediatamente attivati per informare i due maggiori quotidiani belgi francofono e fiammingo sull’identità dei fermati, sul numero e sulle località delle perquisizioni, sui capi d’accusa e sul nome dello Stato del Golfo che avrebbe esercitato il tentativo di influenza: ciò in pieno disprezzo – come avviene purtroppo in molti paesi europei a cominciare dall’Italia nei rapporti di “buona collaborazione” fra la magistratura o le cancellerie e la stampa – delle ragioni che dovrebbero essere alla base degli avvisi di garanzia e della presunzione di innocenza.

La diffusione delle notizie sull’inchiesta della Procura federale belga ha avuto l’effetto immediato di aprire un processo mediatico nei confronti non solo degli indagati/fermati ma di tutto il Parlamento europeo “sécoué – scrive Le Monde – par un Qatargate” o “soldi del Qatar al Parlamento europeo” (Il Sole 24 Ore) o ancor di più “Eurocorruzione” aggiungendo che “il Qatar ha corrotto la democrazia europea” (La Repubblica).

A proposito di presunzione di innocenza vale la pena di sottolineare che il 9 dicembre sono stati diffusi sulla stampa i nomi dei fermati (6) ma che non è stata usata la stessa premura e sollecitudine perché fosse diffusa sulla stampa la notizia che uno dei fermati (Luca Visentini) era stato liberato seppure sous conditions.

Il Movimento europeo condanna senza riserve le azioni dei corrotti - quando esse saranno provate - e ritiene che l’opinione pubblica europea debba essere rapidamente e ampiamente informata sulle dimensioni non solo finanziarie della corruzione ma anche sugli effetti delle azioni dei corrotti nelle decisioni “economiche e politiche” del Parlamento europeo relative alla denuncia delle violazioni del rispetto dei diritti fondamentali nel Qatar e più in generale negli Stati del Golfo.

Il Movimento europeo prende anche atto con soddisfazione delle sanzioni prese con estrema rapidità dal Parlamento europeo attraverso la propria presidente Roberta Metsola, dal Gruppo S&D e dal Pasok nei confronti della vicepresidente Eva Kaili e si attende che la stessa fermezza e la stessa rapidità siano adottate nei confronto di altri eventuali indagati appartenenti a qualsiasi titolo all’istituzione così come la totale estraneità dell’ETUC alle ipotesi di corruzione su cui indaga la magistratura belga.

Noi invitiamo a leggere con attenzione la risoluzione “sui diritti umani nel contesto della Coppa del Mondo FIFA 2022 nel Qatar approvata dal Parlamento europeo il 24 novembre 2022 a Strasburgo frutto di un compromesso raggiunto fra Renew Europe, PPE, S&D e ECR.

Nella risoluzione si condannano le morti (quelle che in Italia vengono chiamate ipocritamente “incidenti sul lavoro”) e le violenze di cui sono stati vittime i lavoratori nella preparazione dei campionati del mondo di calcio, le discriminazioni nei confronti di centinaia di migliaia di migranti, la mancanza di trasparenza e di responsabilità della FIFA nelle scelta del Qatar avvenuta nel 2010, la lunga storia di corruzione “rampante e sistemica” della FIFA che ha gravemente danneggiato l’immagine e l’integrità del calcio, l’assenza del rispetto dei diritti fondamentali e dei principi dello stato di diritto da parte degli sponsor delle manifestazioni sportive, la mancanza di una riforma profonda delle regole per l’attribuzione delle sedi dei campionati del mondo di calcio e di una informazione trasparente sull’attribuzione del campionato 2022 al Qatar e il mantenimento della pena di morte nel Qatar (dove è in vigore la legge islamica della Sharia, n.d.r.).

Si deve invece sottolineare che un approccio più flessibile nel giudicare lo stato della protezione dei diritti nel Qatar ed in particolare dei lavoratori migranti (come si riscontra dal Testo della Risoluzione) sembrerebbe derivare soprattutto dal fatto che sia l’ILO che l’ITUC hanno considerato le riforme adottate dal Qatar come un “esempio” per gli altri Stati del Golfo.

La magistratura belga e con essa le magistrature degli altri paesi europei possono e debbono agire con pene esemplari contro i corrotti europei e le istituzioni europee possono e debbono accompagnare le pene giudiziarie con sanzioni amministrative congelando e poi cancellando i diritti finanziari maturati da membri delle istituzioni così come la Commissione e il Consiglio dovranno indagare per verificare se ci sono stati tentativi di influenze illegali al proprio interno.

La vicenda del Qatargate deve permettere tuttavia di lanciare un forte allarme non solo sulla presenza dei corrotti ma anche sull’azione dei corruttori e cioè delle lobbies che agiscono da paesi al di fuori dell’Unione europea sapendo che la regolamentazione e la trasparenza sulle lobbies europee deve essere rafforzata e completata con un accordo interistituzionale ma che non c’è nessuna regola e nessuna misura per impedire l’azione e le ingerenze di lobbies extra-europee.

Una pronta reazione del Parlamento all’accaduto con il varo di misure preventive ed efficaci a tutela dell’autenticità e dell’autonomia delle procedure di formazione della volontà collettiva dell’organo a mandato universale dei cittadini europei sarebbe la prima, doverosa, risposta all’attuale turbamento dell’opinione pubblica continentale, nell’attesa che la Magistratura chiarisca la reale entità dei fatti. 

Il Movimento europeo chiede infine al Parlamento europeo di creare una commissione di inchiesta sul Qatargate a partire dalla lista di denunce e di condanne contenute nella risoluzione del 24 novembre 2022.

Bruxelles, 11 dicembre 2022

coccodrillo

 

 

 

 

 

 

 

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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare in vista delle elezioni europee del maggio 2024.

Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- Articolo "9 DICEMBRE: NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA CORRUZIONE …"

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e testi in evidenza

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