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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione a partire dalla Conferenza sul futuro dell’Europa.

Come sapete, la Conferenza è stata avviata il 9 maggio 2021 a Strasburgo e dovrebbe concludersi nella prossima primavera.

Ecco l’indice della nostra newsletter

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- Attualità dalle istituzioni europee

Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

Agenda della settimana a cura del Movimento Europeo Internazionale

- La Conferenza sul futuro dell'Europa

Next Generation EU a cura di Euractiv

- Europa dei diritti

 

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CARE LETTRICI E CARI LETTORI

La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione a partire dalla Conferenza sul futuro dell’Europa.

Come sapete, la Conferenza è stata avviata il 9 maggio 2021 a Strasburgo e dovrebbe concludersi nella prossima primavera.

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 L'EDITORIALE

L'EUROPA (ALIAS L'UNIONE EUROPEA) DEVE PRENDERE IN MANO IL SUO DESTINO

Questa affermazione, fatta dalla Cancelliera Merkel poco tempo dopo la riunione del G7 a Taormina alla quale aveva partecipato l’allora Presidente americano Trump, era apparsa all’epoca come retorica poiché la responsabile del governo tedesco, come del resto altri leaders dell’Unione europea, non aveva fatto seguire a tale dichiarazione la conseguente attribuzione alle Istituzioni dell’Unione dei mezzi necessari al conseguimento di tale obiettivo. 

Come ricorda Marta Dassù in un suo recente articolo sulla Repubblica (“L’ora lunga dell’Europa” del 7 Settembre scorso), non è la prima volta che uno dei leaders dell’Unione europea esprime affermazioni ambiziose sulla necessità che l’Unione europea “prenda in mano il suo destino” e si doti in conseguenza dei mezzi necessari al raggiungimento di tale obiettivo. 

Capitò – ricorda Marta Dassù – al Ministro lussemburghese Jacques Poos quando affermò nel 1991 che era venuta ”l’ora dell’Europa” nel momento dei conflitti balcanici.  Altre dichiarazioni di questo tenore si ritrovano negli archivi storici dell’Unione europea senza che le Istituzioni dell’Unione abbiano preso e messo in opera le decisioni conseguenti a tali affermazioni. 

Tuttavia, una svolta importante nell’operato dell’Unione europea è intervenuta in seguito alla pandemia con la sospensione delle regole del Patto di Stabilità e di Crescita e soprattutto con la creazione di un debito comune europeo attraverso l’adozione del “Next Generation EU” (attribuzione agli Stati membri dell’Unione di un Fondo di 750 miliardi di euro da rimborsare nel tempo grazie alla creazione di nuove imposte europee). 

Come ha indicato il Presidente Mattarella nella sua visita a Ventotene per commemorare gli 80 anni della scrittura del Manifesto di Ventotene, gli avversari dell’Unione europea devono farsene una ragione: i nuovi strumenti creati e le decisioni novatrici prese a livello europeo resteranno in vigore e l’Unione non tornerà indietro rispetto ai passi avanti compiuti recentemente. Questa affermazione del Presidente Mattarella è indirizzata anche a chi non intende attribuire nuove competenze alle Istituzioni europee perché teme che quest’ultime tornino alla politica del rigore finanziario praticata dopo il Trattato di Maastricht. 

La situazione che si presenta oggi è diversa: mentre prima occorreva un consenso maggioritario per mettere fine ad una politica di rigore, adesso occorre un consenso maggioritario – che appare inesistente – per introdurre nuovamente una tale politica. 

Occorre però che la stessa spinta propulsiva decisa nei riguardi della politica fiscale e di bilancio europea sia estesa alla politica estera e di difesa europea.  Quattordici Stati membri sembrano d’accordo sulla proposta dell’Alto Rappresentante per la politica estera e di difesa comune (Josep Borrell) di creare una forza d’intervento rapido di 5.000 uomini che possa entrare in azione sui teatri di conflitto regionali qualora l’Unione lo ritenesse necessario per difendere la propria sicurezza. 

Certo, come ha ricordato il generale Camporini, il Consiglio europeo aveva già preso in esame nel 1999, dopo il conflitto nel Kosovo, un piano per dotare l’Europa di una forza d’intervento di 60.000 unità, con le componenti aeree e navali necessarie, ma tale iniziativa era rimasta sulla carta. Inizialmente, la decisione di creare una forza d’intervento rapido potrebbe essere presa da una maggioranza di Stati membri sotto forma di una “cooperazione rafforzata”, ma sarà necessario allo stesso tempo avviare la modifica dei Trattati se l’Unione volesse dotarsi di una vera e propria “autonomia strategica” che andasse al di là di una semplice forza militare aggiuntiva agli eserciti nazionali. 

Occorrerebbe, come lo ha indicato recentemente il Ministro francese Bruno Le Maire, che l’Unione decidesse una strategia di lungo periodo di cooperazione e di finanziamento che vada dall’intelligenza artificiale ai semi-conduttori, dall’aeronautica allo spazio, dall’industria farmaceutica alle biotecnologie (poiché nessun paese da solo avrebbe le risorse umane, tecnologiche e finanziarie necessarie per essere competitivo in tutti questi settori). La decisione unilaterale degli Stati Uniti di ritirarsi dall’Afghanistan e l’affermarsi di nuovi attori sulla scena internazionale esigono che l’Unione europea diventi più ambiziosa nel campo della politica estera e di sicurezza come essa lo è stata in materia di politica fiscale e di bilancio in seguito alla pandemia.

Come ricordato nel precedente editoriale, la Conferenza in corso sul futuro dell’Europa deve avviare la riforma dei Trattati per dotare l’Unione europea di nuove competenze che le permettano di affrontare le nuove sfide geopolitiche e di rendersi maggiormente autonoma nei rapporti sia con gli Stati Uniti – che sembrano orientati verso un nuovo isolazionismo – che dei nuovi attori che si stanno affermando sulla scena internazionale. 

Naturalmente, la Conferenza sul futuro dell’Europa non potrà eludere il problema dell’integrazione differenziata in seno all’Unione nel momento in cui alcuni Stati membri non solo si oppongono ad attribuire nuove competenze all’Unione europea ma vorrebbero addirittura restituire alcune competenze attuali agli Stati nazionali (come ha fatto il Primo Ministro ungherese chiedendo in modo provocatorio che l’Unione restituisca agli Stati membri le sue limitate competenze in materia di politica migratoria).

 

coccodrillo

 

 


 ATTUALITA'

Monitoraggio delle Istituzioni Nazionali - Temi di possibile interesse per gli Enti del Terzo Settore (a cura del Forum Nazionale Terzo Settore) 13-17 settembre 2021.

 


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  AGENDA EUROPEA

13-19 September 2021

Monday 13 September

Tuesday 14 September

Wednesday 15 September

Thursday 16 September

Friday 17 September

 

 


LA CONFERENZA SUL FUTURO DELL'EUROPA

  • Support European Movement International positions on the CoFoE platform
  • DECLARACIÓN DEL CONSEJO FEDERAL ESPAÑOL DEL MOVIMIENTO EUROPEO
  • FRANCE - CONSULTATIONS REGIONALES SUR LE FUTUR DE L'EUROPE, di Jean-Guy Giraud (07/09/2021). Clément Beaune, Segretario di Stato francese per gli Affari europei e Marc Fesneau, Ministro delegato per le Relazioni con il Parlamento e la partecipazione dei cittadini, hanno annunciato il 2 settembre 2021 l'avvio dei dibattiti dei cittadini per la Conferenza sul futuro dell'Europa in 18 regioni francesi.  I dibattiti dei cittadini si svolgeranno nel mese di settembre, e la domanda che verrà posta loro sarà: "Come cittadini francesi, quali cambiamenti volete per l'Europa?" In autunno, sarà presentata al Governo francese una relazione finale sui dibattiti dei cittadini ed essa costituirà il contributo della Francia alla Conferenza sul futuro dell'Europa e le priorità della presidenza francese dell'Unione europea, che inizierà il 1° gennaio 2022.

 


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