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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione a partire dalla Conferenza sul futuro dell’Europa.
Come sapete, la Conferenza è stata avviata il 9 maggio 2021 a Strasburgo e dovrebbe concludersi il 9 maggio 2022.
Ecco l’indice della nostra newsletter
- Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità
- Speciale guerra in Ucraina
- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza
- Agenda della settimana a cura del Movimento Europeo Internazionale
- Next Generation EU a cura di Euractiv
Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.
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L'EDITORIALE
IL MOVIMENTO EUROPEO CONDANNA L’INVASIONE DELL’UCRAINA E CHIEDE UNA CONFERENZA EUROPEA SU PACE E SICUREZZA
Il Movimento europeo ha condannato fermamente la decisione solitaria di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina secondo la logica perversa dell’identità etnica della “grande Russia” - una logica devastante che viola tutti i principi del diritto delle Nazioni Unite, della cooperazione pacifica internazionale, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale, delle convenzioni internazionali sulla autodeterminazione dei popoli – e si è unito alla richiesta dell’immediato ritiro delle truppe russe.
L’affermazione di Vladimir Putin sulla “denazificazione” dell’Ucraina è grottesca, falsa e pretestuosa perché la logica perversa dell’identità etnica era proprio al centro del Terzo Reich di Adolf Hitler che ha portato il pianeta alla Seconda Guerra Mondiale e che, applicata ora da Putin, rischia di gettare il mondo nel caos e nell’anarchia.
Il Movimento europeo ha sostenuto la necessità e l’urgenza di una posizione unitaria dell’Unione europea per l’applicazione di sanzioni immediate nei confronti del governo russo e della Duma e per l’isolamento del regime russo dal punto di vista personale, economico, finanziario, energetico e tecnologico.
Oltre ai primi due pacchetti di sanzioni e dopo molte incertezze soprattutto da parte tedesca e italiana, è stato deciso un terzo pacchetto di sanzioni legato soprattutto al blocco mirato della rete mondiale Swift, che colpisce non solo le banche e le imprese russe ma qualsiasi transazione finanziaria dalla Russia e verso la Russia e che può tuttavia avere conseguenze dirompenti sulla stabilità finanziaria mondiale.
Le istituzioni europee insieme alla BCE e in cooperazione con gli alleati occidentali dovrebbero inoltre studiare la possibilità del blocco totale dell’accesso della Banca Centrale della Federazione Russa (Tsentral’nyi bank Rossijskoj Federati) a tutte le sue riserve internazionali che sono state stimate in oltre 640 miliardi di dollari.
L’isolamento di Vladimir Putin a livello internazionale è sempre più esteso perché la sua decisione unilaterale appare sostenuta con determinazione solo dalla Corea del Nord, e con alcune ambigue distinzioni, dalla Cina, dall’India e dagli Emirati Arabi (che hanno tuttavia deciso di non prendere posizione fra Ucraina e Russia) che si sono astenuti nel voto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla risoluzione di condanna dell’invasione dell’Ucraina.
A questi paesi si sono aggiunti, oltre alla Bielorussia e alla Cecenia, La Siria di Bashar al-Assad, il governo militare del Myanmar, il Venezuela di Nicolas Maduro, la Repubblica del Nicaragua di Daniel Ortega mentre il Pakistan e Cuba hanno adottato una posizione neutrale.
All’isolamento politico, economico e finanziario si è unito quello della cultura e dello sport essendo ben chiaro che il mondo democratico non ha deciso di aprire un conflitto con il popolo russo che è legato all’Europa da antiche radici storiche, ma che esso riguarda l’inevitabile risposta alla minaccia che il capo dello stato russo ha portato alla sicurezza e alla stabilità internazionale oltre che ai valori della democrazia e dei diritti fondamentali.
Come è avvenuto nel 2014 fino al 2019, l’Assemblea del Consiglio d’Europa ha sospeso il diritto di voto e la partecipazione dei parlamentari della Duma così come il Comitato dei Ministri, su iniziativa del governo italiano che lo presiede, ha sospeso il diritto di voto del governo russo mentre la Russia continua ad essere giustamente vincolata alle Convenzioni del Consiglio d’Europa a cominciare da quella del 1950 sui diritti dell’Uomo e sulle libertà fondamentali e alle sentenze della Corte Europea dei diritti dell’Uomo.
Contestualmente, è stato deciso di interrompere il processo di adesione della Russia all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) chiudendo il suo ufficio di Mosca.
Quel che sta avvenendo in Ucraina e che potrebbe domani avvenire nei paesi con presenze etniche, linguistiche e culturali russe che sono membri dell’Unione europea rende ancora più urgente e necessaria la sicurezza e la difesa di un’Unione europea politicamente integrata nel quadro della sua futura e per ora inesistente autonomia strategica che è stata posta fra le priorità della presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea e che deve ora essere al centro del dibattito sul futuro dell’Europa.
Stiamo invece assistendo a decisioni unilaterali di alcuni paesi membri dell’Unione europea in campo militare che riguardano
da una parte il rafforzamento della sicurezza degli Stati che confinano con la Russia, che sono membri della NATO e ai quali si applica la clausola dell’articolo 42 del Trattato sull’Unione europea che prevede aiuto e assistenza in caso di un aggressione armata seppure con tre limiti: l’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, il carattere specifico della politica di difesa di alcuni Stati membri e cioè la neutralità di Austria, Finlandia, Irlanda e Svezia, gli impegni sottoscritti nel quadro della NATO come fu richiesto dai Paesi Bassi e dalla Polonia (oltre che dal Regno Unito)
d’altra parte, l’assistenza militare in mezzi e aiuti finanziari all’Ucraina e in particolare alla sua resistenza contro l’aggressione decisa da Vladimir Putin.
Per superare l’inconsistenza dell’autonomia strategica dell’Unione europea, l’emergenza ucraina avrebbe dovuto spingere i paesi europei – su proposta dell’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza (che presiede anche il Consiglio dei ministri della Difesa) – ad agire militarmente insieme a partire dalla cooperazione strutturata e delle missioni e operazioni comuni insieme all’uso del Corpo Volontario Europeo per aiuti umanitari (art. 214 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea) facendo compiere alla politica di difesa europea un salto di qualità politico e strategico anche attraverso delle forze multinazionali.
Un passo importante nella direzione di un’azione comune è stato tuttavia annunciato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dall’Alto Rappresentante Josep Borrell Fontelles con la decisione di acquistare armi da inviare in Ucraina a sostegno della resistenza ucraina contro l’invasione russa usando lo strumento dello European Peace Facility.
Appare invece impervia la via dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea perché, dopo la domanda di adesione che il governo deve ancora presentare formalmente al Consiglio, si avvia una lunga procedura che coinvolge la Commissione europea, il Parlamento europeo, i parlamenti nazionali, lo stesso Consiglio europeo ed infine di nuovo il Consiglio che decide all’unanimità se accettare o meno la domanda di adesione.
Soltanto a partire da questo momento si potrà riconoscere all’Ucraina lo status di paese candidato, avviare i negoziati di adesione che durano mediamente almeno dieci anni per consentire l’attuazione di molte riforme interne nei settori della giustizia, della pubblica amministrazione, della lotta alla corruzione, dei principi dello stato di diritto e dei diritti delle minoranze per citare le questioni più sensibili, predisporre gli aiuti finanziari preadesione.
Da notare che la clausola di solidarietà in caso di aggressione militare prevista all’articolo 42 del Trattato sull’Unione europea si applica solo ai paesi membri e non ai paesi candidati.
Quel che sta avvenendo in Ucraina deve spingere le istituzioni europee a modificare radicalmente le priorità decise il 9 marzo 2021 nella dichiarazione comune che ha dato vita alla Conferenza sul futuro dell’Europa, i suoi tempi e i suoi modi di deliberazione perché non è più accettabile che il dibattito sul destino del continente si chiuda di fatto fra poco più di un mese lasciando fuori dalla porta della piattaforma digitale, dei gruppi di lavoro e delle sessioni plenarie le conseguenze – per dirla in due parole – della fine del “dopo-guerra-fredda”.
Il Movimento europeo ritiene che il contenuto, i tempi e i modi della Conferenza debbano essere affrontati e decisi dal Parlamento europeo nella sessione plenaria che si riunirà a Strasburgo dal 7 marzo e che il governo italiano debba chiedere a Charles Michel di mettere questa questione all’ordine del giorno del Consiglio europeo del 10 e 11 marzo.
È inoltre evidente che il peso economico, finanziario e sociale sull’Unione europea e sui suoi membri delle sanzioni getta una nuova luce sul dibattito relativo alla riforma della governance economica e alla scadenza della sospensione del “patto di stabilità e crescita” insieme alle regole degli aiuti di Stato e al ruolo del sistema bancario.
Contestualmente, la Commissione europea deve aprire una riflessione sulle priorità del Next Generation EU, nato per far fronte all’emergenza della pandemia, finalizzato alla transizione ecologica e digitale e chiamato ora ad affrontare nuove e probabilmente più gravi emergenze.
Il Movimento europeo ha chiesto che, sulla base della posizione unitaria dell’Unione europea e conformemente all’articolo 34.2 del Trattato sull’Unione europea, l’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza Josep Borrell Fontelles sia invitato ad esprimere la posizione dei Ventisette davanti a Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unitechiedendo l’invio in Ucraina delle Forze internazionali di pace delle Nazioni Unite (caschi blu).
Il Movimento europeo ritiene infine che debba ancora essere tentata la via della pace, della de-escalation, della sospensione di qualunque azione militare e che – quando sarà ristabilita una situazione di rispetto dell’integrità territoriale ucraina - debba essere promossa dall’Unione europea una Conferenza europea sulla sicurezza e sulla pace con il chiaro presupposto della riduzione degli armamenti, la trasparenza e i controlli reciproci. A queste condizioni la Conferenza potrà essere convocata sotto l’egida dell’OSCE e delle Nazioni Unite ripartendo dagli accordi di Helsinki con l’obiettivo di sottoscrivere un trattato internazionale fra tutti gli attori coinvolti sul continente europeo superando l’azione in ordine sparso dei paesi europei e il quadro ristretto che portò Francia, Germania, Russia e Ucraina nel febbraio 2015 alla sottoscrizione dei “secondi accordi di Minsk” che non sono mai stati rispettati e applicati dall’Ucraina e dalla Russia.
2-3-8-9 marzo 2022. “SCOPRIRE L’EUROPA GREEN. Un Laboratorio partecipato per i giovani” promosso dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Progetto vincitore del bando University 4 EU. Il tuo futuro, la nostra Europa. Il Laboratorio, di cui è Responsabile la prof.ssa Daniela Felisini, in collaborazione con la dr.ssa Serena Casu e il dr. Fernando Salsano, rappresenta il contributo del Dipartimento di Storia, Patrimonio Culturale, Formazione e Società dell'Università di Roma Tor Vergata, alla Conferenza sul Futuro dell’Europa. Il Laboratorio prevede 4 incontri: 2 marzo, ore 13:00-15:00 “La politica ambientale europea dalle origini a oggi”; 3 marzo, ore 11:00-13:00 “Il green deal europeo”; 8 marzo, ore 11:00-13:00 “Gli attori della politica ambientale”; 9 marzo, ore 13:00-15:00 “Simulazione di una seduta del Parlamento europeo”. LOCANDINA e LINK PER PARTECIPARE.
2 marzo 2022, ore 19:00-21:00, Bruxelles e online. “The Ventotene Manifesto: A new take for a Federal Europe”. Evento organizzato da UEF Spagna, Movimento europeo Internazionale, Gruppo Spinelli e Giovani federalisti europei. Personalità di spicco e attivisti a favore di un'Unione europea rafforzata si riuniranno per discutere le nuove sfide che la nostra Unione si trova ad affrontare nel quadro della Conferenza sul futuro dell'Europa. PROGRAMMA completo. LINK PER L’ISCRIZIONE.
4 marzo 2022, ore 10:00-12:00, Palermo e online. "Voci del Mediterraneo. Giovani e Futuro dell’Europa". Evento organizzato da Movimento europeo Italia, European House of Budapest, Europe Direct Palermo e Europe Direct Nord-est Sicilia, in collaborazione con Parlamento europeo in Italia e Rappresentanza della Commissione europea in Italia. Un incontro con dibattito in cui si parlerà di Europa e del suo futuro. All’evento parteciperanno i giovani delle scuole superiori che proporranno domande e idee contribuendo al dibattito sul futuro dell'Europa. L’incontro, che rientra nell’ambito del progetto finanziato dalla Commissione europea “Shadow Report”, si svolgerà in presenza presso l’Auditorium Scuola Gonzaga di Palermo e trasmesso in diretta streaming sui profili Facebook del Movimento Europeo Italia, Europe Direct Palermo, Europe Direct Nord-est Sicilia. PROGRAMMA DETTAGLIATO.
SINTESI dell’Agorà “Per l'Europa federale: in ricordo di David Sassoli” svoltasi il 3 febbraio scorso e relative proposte correlate. L'Agorà "Per l'Europa federale" si è tenuta in forma online in collegamento con la sede nazionale del PD e i risultati dei lavori sono stati inseriti…continua a leggere.
NASCE LA SEZIONE GIOVANILE DEL MOVIMENTO EUROPEO ITALIA
Durante l’ultima Assemblea Nazionale tenutasi il 27 gennaio il Movimento europeo ha votato in favore dell’inserimento di un regolamento all’interno del suo statuto che prevede la creazione della sezione giovanile.
Votata all’unanimità, la proposta della creazione della sezione giovanile, Il Movimento Europeo Italia Giovani, è ora realtà.
Dotato di autonomia propria e guidato dai principi europeisti e federalisti che ispirano il Movimento Europeo Italia nelle sue attività quotidiane, la sezione giovanile sarà coordinata dal Dr. Stefano Ingallina, già coordinatore regionale per la Sicilia.
“L’iniziativa – dichiara il coordinatore Ingallina - nasce con l’intento di contribuire a rafforzare le reti europee giovanili partendo dall’Italia ma con una formula replicabile in tutti gli altri Paesi dell’Unione, la cui azione integrata servirà a colmare il gap esistente ancora oggi, non ultimo quello comunicativo, tra le associazioni, la società civile, le istituzioni e i rappresentanti dei cittadini.”
Questa proposta si integra perfettamente con l'idea presentata nelle scorse settimane in Parlamento, legata alla creazione di un gruppo pan-europeo degli Intergruppi Federalisti Europei presenti in tutti i parlamenti d’Europa da cui si evince la voglia di fare rete ma soprattutto di voler portare le istanze di tutti all'attenzione dei decisori.
La Conferenza sul Futuro dell’Europa è già una prima dimostrazione di cosa voglia dire far sedere allo stesso tavolo decisori e società civile. Questo progetto punta a rendere questo tipo di partecipazione uno strumento permanente, facendo sì che i giovani siano maggiormente coinvolti nel processo di integrazione europea e che la consultazione dei giovani diventi parte attiva nella definizione delle politiche nazionali ed europee, diventando sempre più obbligatoria e non soltanto opzionale.
Come sottolineato da Ingallina, i giovani devono diventare rappresentanti e rappresentati al fine di promuovere un nuovo modello di governance e di modificare l'attuale modus operandi delle Istituzioni nazionali ed europee nei processi decisionali.
I temi trattati ricopriranno settori come le Politiche ambientali e lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza attiva e i rapporti con la società civile, così come i diritti dell’uomo, la legalità e le politiche di genere e generazionali. Ulteriori informazioni seguiranno durante la presentazione ufficiale che avverrà il 25 marzo presso l’Università di Roma La Sapienza durante l’evento sul futuro dell’Europa.
Si invitano tutte le associazioni italiane interessate all’iniziativa a mettersi in contatto con noi al seguente indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.