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14 febbraio 2022, ore 21:00, dibattito online sul tema "L'attualità del progetto di trattato che istituisce l'Unione Europea (detto Progetto Spinelli) approvato dal Parlamento europeo il 14-2-1984", promosso dal Movimento Federalista europeo sezione di Torino. Relazione introduttiva del Presidente MFE, Stefano Castagnoli, a cui seguirà l’intervento di Pier Virgilio Dastoli, Presidente del Movimento Europeo Italia. L’incontro si svolgerà su piattaforma Zoom (Entrare nella riunione - ID riunione: 852 0991 8607 - Passcode: 199498).
15 febbraio 2022, ore 10:00, evento "Incontriamoci a Lecce", quarto appuntamento di un ciclo di incontri promossi dal Dipartimento per le Politiche Europee che sta attraversando la penisola da Nord a Sud per stimolare la cittadinanza a partecipare alla Conferenza sul futuro dell'Europa. L'evento di Lecce è organizzato dall'Università del Salento, in collaborazione con la cattedra Jean Monnet, ed è supportato dallo Europe Direct di Taranto e dal Movimento federalista europeo. In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e con l'Ufficio di Roma del Parlamento europeo. PROGRAMMA. L'iniziativa può essere seguita in diretta streaming sulla piattaforma Teams.
15 febbraio 2022, ore 16:00, Webinar "Futuro dell’Europa: quale politica delle migrazioni?", organizzato da EURACTIV Italia e dal Centro studi, documentazione e formazione sull'Unione Europea in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e la Rappresentanza in Italia della Commissione europea. ULTERIORI INFORMAZIONI, PROGRAMMA, MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE.
15 febbraio 2022, ore 17:00-18:00, Lectio Magistralis "Il nuovo volto della giustizia: una riforma possibile" della Ministra della Giustizia Marta Cartabia. Primo appuntamento del ciclo di Lectiones Magistrales previste dal programma della Scuola di Alta Formazione Politica “La democrazia in Europa dopo la pandemia: nuovi scenari”, ideata dall’Istituto Luigi Sturzo con il sostegno di Intesa Sanpaolo. ONLINE sui canali Facebook e YouTube dell’Istituto. LOCADINA.
16 febbraio 2022, ore 18:00, Incontro dibattito sul "Futuro della Governance dell’Unione Economica e Monetaria". In occasione della pubblicazione del volume The Man Inside. A European Journey through Two Crises di Marco Buti. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana. LOCANDINA. Registrazione obbligatoria: https://themaninside_treccani.eventbrite.com
17 febbraio 2022, ore 18:00, incontro delle associazioni “Per Africa” con il Consorzio Spera. L’oggetto dell’incontro con le realtà associazionistiche dei territori regionali che attraverso la rete CSV entreranno in contatto tra loro e con il consorzio SPERA, servirà per continuare a mettere le basi al fine di incrementare la piattaforma del Consorzio in termini di progetti (effettuati, in itinere, da fare), idee, proposte e difficoltà incontrate durante le attività statutarie. A maggio 2022, dando seguito a una omologa iniziativa del maggio 2021, si terrà un convegno (promosso da SPERA e alla presenza delle associazioni aderenti, del MAE, di diversi ambasciatori e imprese italiane che lavorano in Africa) per rendere più incisiva, efficace e virtuosa la collaborazione tra le associazioni, le istituzioni e le imprese nel sostegno ai bisognosi e per la promozione dell’autosviluppo come perseguito dalle diverse associazioni presenti. Per ulteriori informazioni e per ricevere il link di partecipazione inviare un'e-mail con i propri contatti a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
[VIDEO] « Altiero Spinelli et les requins » (Altiero Spinelli, député européen, s'exprime devant le Parlement, à la fin du débat concernant le projet de réforme qui donnera par la suite l'Acte unique européen).
« Le traité instituant l'Union européenne : un projet, une méthode, un agenda » - Second Edition - Editorial coordination by Marianne Dony, Jean-Victor Louis, Francesco Capotorti, Meinhard Hilf, Francis Jacobs, Jean-Paul Jacqué. Preface by Jean-Paul Jacqué, Jean-Victor Louis. Contributions by Altiero Spinelli
Il 14 febbraio 1984, dopo due anni di lavoro in commissione e in aula, il primo Parlamento europeo eletto, approvò a larga maggioranza (237 si, 31 no e 43 astensioni) il “progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea” concludendo così con un successo – per taluni inaspettato – l’iniziativa lanciata da nove parlamentari europei che avevano risposto il 9 luglio 1980 ad una lettera-appello del leader federalista Altiero Spinelli e che provenivano da tutti i gruppi politici dell’assemblea e che avevano fondato il Club del Coccodrillo.
Contrariamene ad una opinione largamente diffusa, il progetto del Parlamento europeo non si limitava a porre la questione della riforma del sistema istituzionale introdotto nel 1957 con il Trattato di Roma per la creazione del Mercato Comune Europeo ma affrontava l’insieme dei problemi di una Comunità fondata sull’idea - dimostratasi errata - che gradualmente l’integrazione sarebbe passata dalla dimensione del mercato a quella economica e politica sfruttando la volontà affermata dai governi a Roma di creare “una unione sempre più stretta”.
Così non era stato perché era fallito nel 1954 il progetto di una comunità europea di difesa, era frantumato agli inizi degli anni ’70 l’obiettivo di una unione economica e monetaria dotata di un’unica valuta, le Comunità erano assenti e silenti su tutti gli scenari internazionali in un mondo ancora diviso dalla cortina di ferro ma che mostrava già delle vistose crepe all’Est, il bilancio delle Comunità non era in grado di rispondere alle crescenti disuguaglianze interne nonostante la nascita di una modesta politica regionale, alle sfida della competitività mondiale il sistema industriale europeo era incapace di reagire con efficacia anche attraverso una politica comune della ricerca e delle nuove tecnologie che iniziavano a prestare attenzione all’ambiente, era apparso in modo sempre più drammatico il problema della fame nel mondo.
Il sistema europeo, che nella logica iniziale di Jean Monnet avrebbe dovuto fondarsi sul ruolo centrale della amministrazione comunitaria, si era progressivamente e inefficacemente suddiviso in strutture comunitarie, para- comunitarie e intergovernative e non era in grado di decidere sul proprio destino anche a causa del ruolo marginale del Parlamento europeo e della progressiva marginalizzazione della Commissione europea dopo la fase “eroica” della presidenza Hallstein.
Secondo il Parlamento europeo, che aveva deciso di svolgere un ruolo di leadership nonostante il Trattato ma forte del mandato popolare, le sfide degli anni ’80 – che non potevano essere affrontate con efficacia né dal sistema comunitario, né dall’Europa à la cartené dall’Europa della cooperazione intergovernativa dall’Europa del direttivo franco-tedesco e in definitiva da un sistema sostanzialmente confederale – riguardavano la necessità di una politica economica europea per sviluppare una vera unione monetaria, una politica della società (la Gesellschaftpolitik di Willy Brandt), una politica Nord-Sud, la politica estera e in particolare le relazioni con gli Stati Uniti e la NATO, le prospettive di allargamento delle Comunità verso il Nord e il Sud del continente nella prospettiva che un domani si potessero aprire le frontiere verso l’Europa centrale e last but not least una politica fiscale europea per finanziare politiche comuni rompendo l’ostruzionismo e l’incapacità di decidere del Consiglio.
Per realizzare tutto ciò – e chi ci legge può facilmente comparare la situazione degli anni ’80 con l’Europa del 21mo secolo – l’idea della maggioranza dei parlamentari europei nella prima legislatura era che fosse necessario andare al di là dei trattati ma che sarebbe stata una pericolosa illusione affidarsi ad un “gradualismo costituzionale” chiedendo ai governi di modificare – inevitabilmente con un accordo unanime e con l’unanimità delle ratifiche nazionali – questo o quell’articolo dei trattati di Roma.
In effetti, all’inizio dell’avventura costituzionale del primo Parlamento europeo si erano contrapposte nei gruppi politici come si stanno contrapponendo oggi fra le forze politiche europee e fra gli europeisti tre posizioni diverse:
l’idea conservatrice secondo cui si potevano ancora sfruttare tutte le potenzialità dei trattati esistenti e che il problema di fondo fosse quello della volontà politica (o meglio della sua mancanza) grazie alla quale sarebbe stato possibile recuperare il dinamismo insito nel metodo comunitario
l’idea, apparentemente pragmatica, secondo cui sarebbe stato possibile introdurre delle modifiche ai trattati esistenti per ampliare le limitate competenze attribuite alle Comunità economiche europee, applicare laddove fosse necessario il principio del voto a maggioranza nel Consiglio superando il compromesso di Lussemburgo, rafforzare la cooperazione intergovernativa nelle relaziono internazionali e riconoscere al Parlamento europeo eletto dei poteri legislativi e di bilancio insieme al Consiglio accettando comunque il principio secondo cui i governi sarebbero rimasti i “padroni dei trattati”
l’idea, che è poi prevalsa nella commissione affari istituzionali e poi in aula, che l’unica strada pragmatica per consentire alle Comunità di determinare il proprio destino fosse quello di elaborare un nuovo trattato per ridefinire gli obiettivi dell’integrazione europea nel quadro di una riforma fondata sulla ricerca dell’efficacia nel rispetto della democrazia.
Il testo finale del progetto del Parlamento europeo, redatto e approvato prima il 14 settembre 1983 sotto forma di un rapporto politico e poi il 14 febbraio 1984 sotto forma di un “progetto di trattato che istituisce l’Unione europea” a cui contribuì il lavoro di quattro autorevoli giuristi (Capotorti, Hilf, Jacqué e Jacobs) – fu il frutto di un compromesso democratico fra il popolarismo cristiano, l’internazionalismo socialista (e comunista italiano), il cosmopolitismo liberale (e il radicalismo italiano) ma anche il pragmatismo europeista dei conservatori britannici.
Lasciando alla lettura del progetto del 1984 la curiosità politica, giuridica e culturale la scoperta della attualità dell’iniziativa del primo Parlamento eletto nel quadro del dibattito odierno sul futuro dell’Europa, vogliamo attirare l’attenzione delle lettrici e dei lettori su due decisioni di metodo adottate quel 14 febbraio che consentirono di raggiungere un’ampia maggioranza in aula:
il trattato sarebbe stato un “progetto” da sottoporre all’esame dei parlamenti nazionali e, sulla base delle loro osservazioni, il Parlamento eletto nel 1984 avrebbe discusso, elaborato e adottato un testo definitivo da sottoporre alle ratifiche nazionali evitando l’ostacolo di una conferenza intergovernativa
se fosse stata raggiunto l’accordo di una maggioranza degli Stati membri di cui la popolazione avesse rappresentato i due terzi della popolazione globale delle Comunità europee, il trattato non sarebbe entrato subito in vigore ma i governi degli Stati che lo avevano approvato si sarebbero riuniti immediatamente per decidere sulle procedure e sulla data della sua entrata in vigore ma anche sulle relazioni con gli Stati che non avessero dato il loro accordo.
Noi siamo convinti che il Parlamento europeo, fondandosi sui risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa, debba adottare il metodo scelto dalla assemblea il 14 febbraio 1984 affinché l’Unione sia in grado di prendere in mano il suo destino.
La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione a partire dalla Conferenza sul futuro dell’Europa.
Come sapete, la Conferenza è stata avviata il 9 maggio 2021 a Strasburgo e dovrebbe concludersi nella prossima primavera.
Ecco l’indice della nostra newsletter
- Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità
- Speciale "Progetto Spinelli"
- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza
- Agenda della settimana a cura del Movimento Europeo Internazionale
- La Conferenza sul futuro dell'Europa
- Next Generation EU a cura di Euractiv
- Europa dei diritti
- Campagna di informazione sull'Europa
Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.
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Come sapete, la Conferenza è stata avviata il 9 maggio 2021 a Strasburgo e dovrebbe concludersi nella prossima primavera.
Ecco l’indice della nostra newsletter
- Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità
- Speciale "Progetto Spinelli"
- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza
- Agenda della settimana a cura del Movimento Europeo Internazionale
- La Conferenza sul futuro dell'Europa
- Next Generation EU a cura di Euractiv
- Europa dei diritti
- Campagna di informazione sull'Europa
Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.
L'EDITORIALE
L’UNIONE EUROPEA E IL SUO DESTINO
Il 14 febbraio 1984, dopo due anni di lavoro in commissione e in aula, il primo Parlamento europeo eletto, approvò a larga maggioranza (237 si, 31 no e 43 astensioni) il “progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea” concludendo così con un successo – per taluni inaspettato – l’iniziativa lanciata da nove parlamentari europei che avevano risposto il 9 luglio 1980 ad una lettera-appello del leader federalista Altiero Spinelli e che provenivano da tutti i gruppi politici dell’assemblea e che avevano fondato il Club del Coccodrillo.
Contrariamene ad una opinione largamente diffusa, il progetto del Parlamento europeo non si limitava a porre la questione della riforma del sistema istituzionale introdotto nel 1957 con il Trattato di Roma per la creazione del Mercato Comune Europeo ma affrontava l’insieme dei problemi di una Comunità fondata sull’idea - dimostratasi errata - che gradualmente l’integrazione sarebbe passata dalla dimensione del mercato a quella economica e politica sfruttando la volontà affermata dai governi a Roma di creare “una unione sempre più stretta”.
Così non era stato perché era fallito nel 1954 il progetto di una comunità europea di difesa, era frantumato agli inizi degli anni ’70 l’obiettivo di una unione economica e monetaria dotata di un’unica valuta, le Comunità erano assenti e silenti su tutti gli scenari internazionali in un mondo ancora diviso dalla cortina di ferro ma che mostrava già delle vistose crepe all’Est, il bilancio delle Comunità non era in grado di rispondere alle crescenti disuguaglianze interne nonostante la nascita di una modesta politica regionale, alle sfida della competitività mondiale il sistema industriale europeo era incapace di reagire con efficacia anche attraverso una politica comune della ricerca e delle nuove tecnologie che iniziavano a prestare attenzione all’ambiente, era apparso in modo sempre più drammatico il problema della fame nel mondo.
Il sistema europeo, che nella logica iniziale di Jean Monnet avrebbe dovuto fondarsi sul ruolo centrale della amministrazione comunitaria, si era progressivamente e inefficacemente suddiviso in strutture comunitarie, para- comunitarie e intergovernative e non era in grado di decidere sul proprio destino anche a causa del ruolo marginale del Parlamento europeo e della progressiva marginalizzazione della Commissione europea dopo la fase “eroica” della presidenza Hallstein.
Secondo il Parlamento europeo, che aveva deciso di svolgere un ruolo di leadership nonostante il Trattato ma forte del mandato popolare, le sfide degli anni ’80 – che non potevano essere affrontate con efficacia né dal sistema comunitario, né dall’Europa à la cartené dall’Europa della cooperazione intergovernativa dall’Europa del direttivo franco-tedesco e in definitiva da un sistema sostanzialmente confederale – riguardavano la necessità di una politica economica europea per sviluppare una vera unione monetaria, una politica della società (la Gesellschaftpolitik di Willy Brandt), una politica Nord-Sud, la politica estera e in particolare le relazioni con gli Stati Uniti e la NATO, le prospettive di allargamento delle Comunità verso il Nord e il Sud del continente nella prospettiva che un domani si potessero aprire le frontiere verso l’Europa centrale e last but not least una politica fiscale europea per finanziare politiche comuni rompendo l’ostruzionismo e l’incapacità di decidere del Consiglio.
Per realizzare tutto ciò – e chi ci legge può facilmente comparare la situazione degli anni ’80 con l’Europa del 21mo secolo – l’idea della maggioranza dei parlamentari europei nella prima legislatura era che fosse necessario andare al di là dei trattati ma che sarebbe stata una pericolosa illusione affidarsi ad un “gradualismo costituzionale” chiedendo ai governi di modificare – inevitabilmente con un accordo unanime e con l’unanimità delle ratifiche nazionali – questo o quell’articolo dei trattati di Roma.
In effetti, all’inizio dell’avventura costituzionale del primo Parlamento europeo si erano contrapposte nei gruppi politici come si stanno contrapponendo oggi fra le forze politiche europee e fra gli europeisti tre posizioni diverse:
l’idea conservatrice secondo cui si potevano ancora sfruttare tutte le potenzialità dei trattati esistenti e che il problema di fondo fosse quello della volontà politica (o meglio della sua mancanza) grazie alla quale sarebbe stato possibile recuperare il dinamismo insito nel metodo comunitario
l’idea, apparentemente pragmatica, secondo cui sarebbe stato possibile introdurre delle modifiche ai trattati esistenti per ampliare le limitate competenze attribuite alle Comunità economiche europee, applicare laddove fosse necessario il principio del voto a maggioranza nel Consiglio superando il compromesso di Lussemburgo, rafforzare la cooperazione intergovernativa nelle relaziono internazionali e riconoscere al Parlamento europeo eletto dei poteri legislativi e di bilancio insieme al Consiglio accettando comunque il principio secondo cui i governi sarebbero rimasti i “padroni dei trattati”
l’idea, che è poi prevalsa nella commissione affari istituzionali e poi in aula, che l’unica strada pragmatica per consentire alle Comunità di determinare il proprio destino fosse quello di elaborare un nuovo trattato per ridefinire gli obiettivi dell’integrazione europea nel quadro di una riforma fondata sulla ricerca dell’efficacia nel rispetto della democrazia.
Il testo finale del progetto del Parlamento europeo, redatto e approvato prima il 14 settembre 1983 sotto forma di un rapporto politico e poi il 14 febbraio 1984 sotto forma di un “progetto di trattato che istituisce l’Unione europea” a cui contribuì il lavoro di quattro autorevoli giuristi (Capotorti, Hilf, Jacqué e Jacobs) – fu il frutto di un compromesso democratico fra il popolarismo cristiano, l’internazionalismo socialista (e comunista italiano), il cosmopolitismo liberale (e il radicalismo italiano) ma anche il pragmatismo europeista dei conservatori britannici.
Lasciando alla lettura del progetto del 1984 la curiosità politica, giuridica e culturale la scoperta della attualità dell’iniziativa del primo Parlamento eletto nel quadro del dibattito odierno sul futuro dell’Europa, vogliamo attirare l’attenzione delle lettrici e dei lettori su due decisioni di metodo adottate quel 14 febbraio che consentirono di raggiungere un’ampia maggioranza in aula:
il trattato sarebbe stato un “progetto” da sottoporre all’esame dei parlamenti nazionali e, sulla base delle loro osservazioni, il Parlamento eletto nel 1984 avrebbe discusso, elaborato e adottato un testo definitivo da sottoporre alle ratifiche nazionali evitando l’ostacolo di una conferenza intergovernativa
se fosse stata raggiunto l’accordo di una maggioranza degli Stati membri di cui la popolazione avesse rappresentato i due terzi della popolazione globale delle Comunità europee, il trattato non sarebbe entrato subito in vigore ma i governi degli Stati che lo avevano approvato si sarebbero riuniti immediatamente per decidere sulle procedure e sulla data della sua entrata in vigore ma anche sulle relazioni con gli Stati che non avessero dato il loro accordo.
Noi siamo convinti che il Parlamento europeo, fondandosi sui risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa, debba adottare il metodo scelto dalla assemblea il 14 febbraio 1984 affinché l’Unione sia in grado di prendere in mano il suo destino.
14 febbraio 1984 - 14 febbraio 2022 SPECIALE “PROGETTO SPINELLI”
Scarica il testo del "Progetto di trattato che istituisce l'Unione Europea": IT - EN - FR - DE
“Verso un modello costituzionale europeo", di Nicola Antonetti (IT - EN)
[VIDEO] « Altiero Spinelli et les requins » (Altiero Spinelli, député européen, s'exprime devant le Parlement, à la fin du débat concernant le projet de réforme qui donnera par la suite l'Acte unique européen).
« Le traité instituant l'Union européenne : un projet, une méthode, un agenda » - Second Edition - Editorial coordination by Marianne Dony, Jean-Victor Louis, Francesco Capotorti, Meinhard Hilf, Francis Jacobs, Jean-Paul Jacqué. Preface by Jean-Paul Jacqué, Jean-Victor Louis. Contributions by Altiero Spinelli
14 febbraio 2022, ore 21:00, dibattito online sul tema "L'attualità del progetto di trattato che istituisce l'Unione Europea (detto Progetto Spinelli) approvato dal Parlamento europeo il 14-2-1984", promosso dal Movimento Federalista europeo sezione di Torino. Relazione introduttiva del Presidente MFE, Stefano Castagnoli, a cui seguirà l’intervento di Pier Virgilio Dastoli, Presidente del Movimento Europeo Italia. L’incontro si svolgerà su piattaforma Zoom (Entrare nella riunione - ID riunione: 852 0991 8607 - Passcode: 199498).
15 febbraio 2022, ore 10:00, evento "Incontriamoci a Lecce", quarto appuntamento di un ciclo di incontri promossi dal Dipartimento per le Politiche Europee che sta attraversando la penisola da Nord a Sud per stimolare la cittadinanza a partecipare alla Conferenza sul futuro dell'Europa. L'evento di Lecce è organizzato dall'Università del Salento, in collaborazione con la cattedra Jean Monnet, ed è supportato dallo Europe Direct di Taranto e dal Movimento federalista europeo. In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e con l'Ufficio di Roma del Parlamento europeo. PROGRAMMA. L'iniziativa può essere seguita in diretta streaming sulla piattaforma Teams.
15 febbraio 2022, ore 16:00, Webinar "Futuro dell’Europa: quale politica delle migrazioni?", organizzato da EURACTIV Italia e dal Centro studi, documentazione e formazione sull'Unione Europea in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e la Rappresentanza in Italia della Commissione europea. ULTERIORI INFORMAZIONI, PROGRAMMA, MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE.
15 febbraio 2022, ore 17:00-18:00, Lectio Magistralis "Il nuovo volto della giustizia: una riforma possibile" della Ministra della Giustizia Marta Cartabia. Primo appuntamento del ciclo di Lectiones Magistrales previste dal programma della Scuola di Alta Formazione Politica “La democrazia in Europa dopo la pandemia: nuovi scenari”, ideata dall’Istituto Luigi Sturzo con il sostegno di Intesa Sanpaolo. ONLINE sui canali Facebook e YouTube dell’Istituto. LOCADINA.
16 febbraio 2022, ore 18:00, Incontro dibattito sul "Futuro della Governance dell’Unione Economica e Monetaria". In occasione della pubblicazione del volume The Man Inside. A European Journey through Two Crises di Marco Buti. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana. LOCANDINA. Registrazione obbligatoria: https://themaninside_treccani.eventbrite.com
17 febbraio 2022, ore 18:00, incontro delle associazioni “Per Africa” con il Consorzio Spera. L’oggetto dell’incontro con le realtà associazionistiche dei territori regionali che attraverso la rete CSV entreranno in contatto tra loro e con il consorzio SPERA, servirà per continuare a mettere le basi al fine di incrementare la piattaforma del Consorzio in termini di progetti (effettuati, in itinere, da fare), idee, proposte e difficoltà incontrate durante le attività statutarie. A maggio 2022, dando seguito a una omologa iniziativa del maggio 2021, si terrà un convegno (promosso da SPERA e alla presenza delle associazioni aderenti, del MAE, di diversi ambasciatori e imprese italiane che lavorano in Africa) per rendere più incisiva, efficace e virtuosa la collaborazione tra le associazioni, le istituzioni e le imprese nel sostegno ai bisognosi e per la promozione dell’autosviluppo come perseguito dalle diverse associazioni presenti. Per ulteriori informazioni e per ricevere il link di partecipazione inviare un'e-mail con i propri contatti a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
CALENDARIO e CARTINA aggiornati degli appuntamenti di "Incontriamoci a...". Ciclo di eventi sul territorio, dal Nord al Sud della penisola, per stimolare la cittadinanza a partecipare alla Conferenza sul futuro dell'Europa. Progetto promosso dal Dipartimento per le Politiche Europee