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Il Movimento Europeo Italia, fondato una prima volta nel 1948 e poi nuovamente nel 1956 come Sezione italiana del Mouvement Européen, è espressione di tutte le forze democratiche - partiti, sindacati e associazioni - impegnate nel nostro Paese per il conseguimento dell’unità europea, intesa secondo il messaggio di Ventotene che ispirò la resistenza e quale federazione fra tutti gli Stati Europei a regime democratico che possano e vogliano aderirvi in piena parità di diritti e di doveri.
Il Movimento Europeo riconosce il primo nucleo di tale federazione nelle strutture istituzionali esistenti nell’ambito dell’attuale Unione Europea, la cui prima tappa è stata la realizzazione dell’unione economica e monetaria ed ora si propone quindi di operare ad un tempo per l’ampliamento di essa, per il rafforzamento dell’integrazione tra gli Stati membri, per una evoluzione democratica delle istituzioni e per un attivo contributo di queste ultime alla promozione di un ordine internazionale fondato sulla pace.
A tal fine il Movimento Europeo svolge in primo luogo la funzione di organo coordinatore tra le forze aderenti e di strumento di proposta, di stimolo e di pressione nei confronti del Parlamento, del Governo nazionale e delle istituzioni internazionali attraverso il MEI (Movimento Europeo Internazionale), di cui fa parte.

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PRESIDENTE ONORARIO

Beatrice Rangoni Machiavelli

 

PRESIDENTE

Pier Virgilio Dastoli (CV agg. Novembre 2023 [IT]) - (CV November 2023 [ENG])

 

VICEPRESIDENTI

Giampiero Auletta Armenise

Daniela Felisini

Nicoletta Parisi

Lia Quartapelle Procopio

 

SEGRETARIO GENERALE

Giuseppe Bronzini  (Curriculum Vitae)

 

TESORIERE

Leonardo Cesaretti

 

SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO

Stefano Milia

 

SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO

Giulio Saputo



 

 

 

 

 

 

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NO ALL’EUROPA DEI MURI
COSTRUIAMO INSIEME LA DEMOCRAZIA EUROPEA

 

 

L’idea di superare la divisione dell’Europa in Stati sovrani è nata nel momento più drammatico del sonno della ragione, quando quasi tutto il continente era occupato dalle armate naziste. Quest’idea è sintetizzata nel “Manifesto di Ventotene” dove al pensiero dello stato federale si unisce l’azione per democrazia europea, pace e lotta alle diseguaglianze.

 

Il processo di integrazione europea ha preso forma e sostanza il 25 marzo 1957 attraverso graduali realizzazioni comuni che – pur attuando solo una parte dell’idea originaria di unità europea – si sono estese a nuove politiche e nuovi paesi apparendo ai più come un moto irreversibile e sviluppando in un numero crescente di cittadini la coscienza politica della dimensione europea come garanzia di pace, diritti e progresso. Questa coscienza politica ci appartiene e ci identifichiamo pienamente nell’idea che il progresso della società europea e il ruolo dell’Unione in un mondo globalizzato come strumento di pace e cooperazione internazionale possano essere garantiti solo da una sovranità democraticamente condivisa. All’idea originaria si richiamano i valori di dignità umana, libertà, uguaglianza, solidarietà e giustizia riconosciuti dalla Carta dei diritti fondamentali che vincola Unione e Stati membri.

 

Negli ultimi dieci anni la progressiva mancanza di soluzioni europee ai problemi dell’esclusione sociale, della disoccupazione in particolare di giovani e donne, dell’impoverimento e della sicurezza dei cittadini - insieme a politiche economiche che hanno violato i valori riconosciuti dalla Carta dei diritti – ha creato un dissenso reale e diffuso, un sensibile divario generazionale e un senso di frustrazione verso lo stesso progetto di Unione europea. La gestione della crisi finanziaria di cui i governi nazionali sono stati i maggiori responsabili e le errate politiche economiche degli Stati membri hanno frenato gli investimenti nell’economia reale necessari per garantire uno sviluppo sostenibile ed esasperato le diseguaglianze fra i redditi. L’imposizione dell’austerità ha causato rischi e precarietà del modello sociale europeo mentre non sono state attuate politiche di inclusione volte a realizzare una società plurale.

 

Le logiche nazionali hanno prevalso sulla ricerca di interessi comuni e il metodo di decisione confederale – affidato ai soli governi e privo di sostanziale legittimità democratica – ha avuto effetti paralizzanti, iniqui e non trasparenti. Sono stati costruiti muri con i mattoni degli egoismi nazionali, sono cresciuti razzismo e movimenti reazionari mentre rischia di disintegrarsi il sogno di una casa comune europea vicinissimo nella notte del 9 novembre 1989 con la caduta del Muro di Berlino.

 

Per invertire questa tendenza occorre puntare all’unità politica, impegnandosi in primo luogo a porre fine all’austerità con il superamento del fiscal compact, con l’incremento sostanziale delle risorse proprie e con la progressiva riduzione dei debiti.

 

Sono inoltre necessarie e urgenti azioni europee per l’occupazione, l’ambiente e beni comuni come leva dello sviluppo, investimenti sociali di lunga durata in particolare per scuola, cultura, formazione e ricerca, un programma Erasmus di mobilità degli studenti e dei ricercatori per tutti offrendo uguali condizioni di formazione e sviluppo personale, un’economia “senza carbone” insieme a una lotta severa ai cambiamenti climatici, l’introduzione di prestiti e mutui europei. E’ altresì necessario creare un servizio civile europeo e un reddito minimo di cittadinanza, attuare gli articoli 196 (Protezione Civile) e 222 (Clausola di solidarietà) del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea insieme alla creazione di un Corpo Europeo di Protezione Civile, istituire un meccanismo europeo di assicurazione contro la disoccupazione e di riduzione del divario generazionale.

 

E’ infine indispensabile sviluppare una politica comune di asilo e immigrazione con risorse sufficienti e canali umanitari che consentano l’arrivo in sicurezza e l’integrazione di chi fugge da guerre, fame e disastri ambientali, dare all’Unione un’unica voce in politica estera e strumenti comuni di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata superando l’assetto intergovernativo, dotarsi di un vero piano di cooperazione allo sviluppo e di una politica di vicinato per costruire una regione mediterranea di pace, democrazia, convivenza e libera circolazione.

 

Noi siamo parimenti convinti che sia necessario e urgente operare affinché i cittadini europei possano davvero beneficiare dei valori dell’interdipendenza e di una sovranità condivisa creando le condizioni costituzionali di un loro ruolo attivo nei processi di decisione. Noi siamo convinti che occorra ripartire dai diritti e che il primo di questi diritti sia quello di una democrazia europea dove la sovranità appartiene ai cittadini per fondare una comunità capace di garantire loro beni comuni altrimenti sottomessi al confronto fra contrapposti interessi nazionali.

 

Per queste ragioni, noi intendiamo agire affinché il 25 marzo 2017 si apra uno spazio pubblico sul futuro dell’Unione, nel quadro di un processo costituente che superi il principio dell’unanimità e che coinvolga comunità locali e regionali, attori sociali e organizzazioni della società civile insieme ai rappresentanti dei cittadini a livello nazionale ed europeo. L’Europa democratica si salverà se i suoi cittadini la faranno cambiare. Per queste ragioni, ci impegniamo a lavorare per coinvolgere cittadini, territori e movimenti in una forte iniziativa popolare il 25 marzo 2017.

 

Promosso dal Movimento europeo in Italia e dalle sue Organizzazioni membre e sottoscritto, fra gli altri, da:

- ASSOCIAZIONE RICREATIVA E CULTURALE ITALIANA (ARCI)

- CENTRO NAZIONALE PER IL VOLONTARIATO (CNV)

- CITTADINANZATTIVA

- COLLEGAMENTO ITALIANO LOTTA POVERTÀ (CILAP)

- COORDINAMENTO DI INIZIATIVE POPOLARI DI SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE (CIPSI)

- COORDINAMENTO ITALIANO DELLA LOBBY EUROPEA DELLE DONNE/LEF Italia

- EUROPEAN ALTERNATIVES

- FONDAZIONE BRUNO VISENTINI

- FONDAZIONE LELIO & LISLI BASSO

- FORUM ITALIANO SULLA DISABILITÀ (FID)

- FORUM NAZIONALE DEI GIOVANI

- GIOVENTU’ FEDERALISTA EUROPEA (GFE)

- LEGAMBIENTE

- LIBERTA’ e GIUSTIZIA

- RETE DELLA PACE

- TAVOLA DELLA PACE

 

 

 

 

 

 

 

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17 novembre: Barcellona

«La crisi in Europa alla luce del Manifesto di Ventotene»

 

barcellona

 

Tra il 1941 e il 1942, quando i nazionalismi imperialistici sanguinavano Europa, tre intellettuali antifascisti italiani immaginano una Federazione europea sovranazionale, gli Stati Uniti d'Europa, per evitare una nuova guerra. I loro sogni nascono all'interno di un penitenziario sull'isola di Ventotene, dove erano stati rinchiusi durante la dittatura di Benito Mussolini. È qui che Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorno hanno scritto il Manifesto di Ventotene, che ha posto le basi per la costruzione dell'Unione europea.

 

Più di 70 anni dopo, i sogni di Spinelli sono ancora vivi nel dibattito sul futuro di un'Europa minacciata dalla crisi dell'euro e la rinascita del nazionalismo.

 

Il 17 novembre dalle ore 18:45 parleranno di tutti questi problemi Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo, membro del Gruppo Spinelli e che è stato il più stretto collaboratore di Altiero Spinelli e Marcello Belotti, professore, laureato in filologia italiana e traduttore del Manifesto di Ventotene che è stato recentemente pubblicato per la prima volta in spagnolo da Ediciones la Lluvia. Vi aspettiamo da 18: 45h presso la libreria Alibri!

 

Per maggiori informazioni:

Visita il sito

 

 

 

 

 

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PREMIO AL PRESIDENTE DASTOLI
PER IL SUO IMPEGNO PER LA PACE

 

 

Martedì 25 ottobre 2016 il Presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo è stato premiato con il Prix International Jacques Muhlethaler, pour la paix. La premiazione è avvenuta all’interno della cerimonia del 44° Concorso Nazionale dell’E.I.P. Italia (Ecole Instrument de Paix) sul tema "La scuola è al servizio dell’ umanità" nella Sala delle Conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale a Roma.


Il Presidente Dastoli è stato premiato soprattutto per “l’impegno dato alla costruzione della pace in Europa”. Insieme a lui sono stati premiati Antonio Augenti per il libro “Europa: un’ identità tradita” e A. Armando, per aver espresso un’idea del ruolo dell’Europa come orizzonte comune di identità e speranza.

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