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22 maggio

  • Roma, evento di lancio del Premio “Attanasio-Iacovacci, riferimenti per i giovani impegnati nella Cooperazione Internazionale” (Consiglio Nazionale dei Giovani e dall’Agenzia Italiana per la Gioventù)

 

24 maggio

  • Roma, riunione del comitato preparatorio in vista del Convegno a Bruxelles in ricordo di David Sassoli sul "Corpo Europeo di Solidarietà - Servizio Civile in Europa", ottobre 2023

 

25 maggio

  • Roma, Tavola rotonda sul “Futuro del welfare e dei diritti sociali fondamentali” a partire dal volume "Il lavoro di oggi la pensione di domani" di Pasquale Tridico con Enrico Marro (Fondazione Lelio e Lisli Basso e Movimento europeo)

 

27 maggio

  • Latina, Seminario di formazione di terzo livello “Post Ventotene” (Istituto di Studi Federalisti Altiero Spinelli)

 

 

 

 

 

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Stavoltaiovoto…per trasformare il futuro dell’Europa

Migliaia di giovani sono stati quest’anno i protagonisti della Marcia della Pace da Perugia ad Assisi che percorre le vie dell’Umbria dal settembre 1961 quando l’iniziativa “per la pace e la fratellanza” fu lanciata per la prima vola dal filosofo della non-violenza Aldo Capitini.

Lo slogan “trasformiamo il futuro”, adottato dalle Scuole per la pace per la Marcia del 2023, potrebbe essere riferito all’Europa e al ruolo che l’Unione europea dovrebbe fare proprio per costruire la pace sul continente come contributo alla giustizia e alla democrazia nel mondo se la diplomazia europea fosse pronta a riflettere e poi a proporre le cinque ipotesi che abbiamo lanciato con il nostro editoriale del 15 maggio e che è stato diffuso in Europa dallo European Civic Forum proprio nel momento in cui è emersa l’idea di una Conferenza internazionale per la pace nel prossimo mese di luglio e Jorge Bergoglio ha chiesto a Matteo Zuppi di avviare una missione per aprire la strada alla cessazione della guerra scatenata da Vladimir Putin il 24 febbraio 2022.

Dopo la decisione del Consiglio dell’Unione europea di fissare la data delle decime elezioni europee dal 6 al 9 giugno 2024 chiamando alle urne quattrocento milioni di cittadine e di cittadine fra cui quasi dieci milioni di giovani nati entro il 31 maggio 2006 (con l’eccezione della Germania e dell’Austria dove voteranno anche i giovani nati entro il 31 maggio 2008), noi sappiamo che le prossime cinquantacinque settimane saranno scandite da scelte o da non-scelte dei governi dei Ventisette e delle istituzioni europee che influiranno sul voto e che saranno in grado di trasformarne il futuro per avviare un nuovo cammino del processo di integrazione europea o far  compiere all’Europa un salto verso un pericoloso passato.

Fra queste scelte o non-scelte vi è certamente il contributo che l’Unione europea può dare per far cessare le ostilità, per affermare il principio secondo cui la violazione delle frontiere è una delle cause principali delle guerre poiché tale violazione deriva dagli effetti devastanti dei nazionalismi e dell’imperialismo, per ribadire che le sue porte sono aperte ai paesi e ai popoli europei pronti a condividere il rispetto dei valori comuni su cui si è fondata la Comunità nata dalla lotta a qualunque forma di autocrazie, per ricordare che fra questi valori c’è il rispetto dei diritti delle persone appartenenti a delle minoranze e per condividere la convinzione secondo cui l’estensione delle alleanze e delle strutture militari aumenta inevitabilmente le tensioni e i rischi di conflitti da cui dovrebbe derivare la decisione di  opporsi all’ingresso  dei nuovi paesi candidati – e in primo luogo dell’Ucraina – nella NATO poiché il  Trattato sull’Unione europea contiene una “clausola di mutua difesa” (art. 42.7) in caso di aggressione armata sul territorio di uno Stato membro conformemente all’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite.

In vista delle decime elezioni europee che avranno luogo  fra cinquanta cinque settimane, noi ribadiamo la nostra richiesta ai governi rivolgendoci al governo spagnolo di Pedro Sanchéz che presiederà il Consiglio dal 1° luglio 2023 e al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel affinché mettano in votazione le proposte del Parlamento europeo per il rispetto dell’equilibrio di genere, per l’introduzione di liste transnazionali e per l’estensione del diritto di elettorato attivo alle giovani e ai giovani nati fra il 31 maggio 2006 e il 31 maggio 2008 in modo tale che sia chiaro quali governi sostengono il rafforzamento della democrazia europea.

Noi chiediamo inoltre alla Commissione europea e al Parlamento europeo di proporre al Consiglio europeo e al Consiglio dell’Unione di estendere il diritto di elettorato attivo e passivo a tutte le persone di paesi terzi che risiedono legalmente sul territorio dell’Unione europea e a cui si applicano i diritti alla dignità, alle libertà, all’uguaglianza, alla solidarietà insieme ai diritti alla buona amministrazione, alla trasparenza, al diritto di rivolgersi al mediatore e di indirizzare delle petizioni al Parlamento europeo previsti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea in modo tale che sia chiaro quali governo sostengono i principi dell’inclusione e della non-discriminazione.

Noi ribadiamo infine la nostra convinzione che  - oltre quindici anni dopo la firma del Trattato di Lisbona e mentre l’Unione europea discute della possibilità di ampliare il suo territorio, le sue istituzioni e le sue politiche ai Balcani occidentali e ad una parte dell’Europa orientale - la prossima legislatura debba essere fondata su un metodo costituente affinché il sistema europeo sia preliminarmente approfondito per renderlo più efficace e più democratico in vista del suo allargamento ai paesi che accetteranno di entrare nella nuova Unione prevedendo una procedura che lasci agli attuali paesi membri il diritto di accettarla o di stabilire con essa delle relazioni di cooperazione e di associazione.

Perugia, 21 maggio 2023

coccodrillo

 

 

 

 

 

 

 

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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare in vista delle elezioni europee del maggio 2024.

Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre 2022 anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 

 

 

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CARE LETTRICI E CARI LETTORI

La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare in vista delle elezioni europee del maggio 2024.

Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre 2022 anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 


 L'EDITORIALE

Stavoltaiovoto…per trasformare il futuro dell’Europa

Migliaia di giovani sono stati quest’anno i protagonisti della Marcia della Pace da Perugia ad Assisi che percorre le vie dell’Umbria dal settembre 1961 quando l’iniziativa “per la pace e la fratellanza” fu lanciata per la prima vola dal filosofo della non-violenza Aldo Capitini.

Lo slogan “trasformiamo il futuro”, adottato dalle Scuole per la pace per la Marcia del 2023, potrebbe essere riferito all’Europa e al ruolo che l’Unione europea dovrebbe fare proprio per costruire la pace sul continente come contributo alla giustizia e alla democrazia nel mondo se la diplomazia europea fosse pronta a riflettere e poi a proporre le cinque ipotesi che abbiamo lanciato con il nostro editoriale del 15 maggio e che è stato diffuso in Europa dallo European Civic Forum proprio nel momento in cui è emersa l’idea di una Conferenza internazionale per la pace nel prossimo mese di luglio e Jorge Bergoglio ha chiesto a Matteo Zuppi di avviare una missione per aprire la strada alla cessazione della guerra scatenata da Vladimir Putin il 24 febbraio 2022.

Dopo la decisione del Consiglio dell’Unione europea di fissare la data delle decime elezioni europee dal 6 al 9 giugno 2024 chiamando alle urne quattrocento milioni di cittadine e di cittadine fra cui quasi dieci milioni di giovani nati entro il 31 maggio 2006 (con l’eccezione della Germania e dell’Austria dove voteranno anche i giovani nati entro il 31 maggio 2008), noi sappiamo che le prossime cinquantacinque settimane saranno scandite da scelte o da non-scelte dei governi dei Ventisette e delle istituzioni europee che influiranno sul voto e che saranno in grado di trasformarne il futuro per avviare un nuovo cammino del processo di integrazione europea o far  compiere all’Europa un salto verso un pericoloso passato.

Fra queste scelte o non-scelte vi è certamente il contributo che l’Unione europea può dare per far cessare le ostilità, per affermare il principio secondo cui la violazione delle frontiere è una delle cause principali delle guerre poiché tale violazione deriva dagli effetti devastanti dei nazionalismi e dell’imperialismo, per ribadire che le sue porte sono aperte ai paesi e ai popoli europei pronti a condividere il rispetto dei valori comuni su cui si è fondata la Comunità nata dalla lotta a qualunque forma di autocrazie, per ricordare che fra questi valori c’è il rispetto dei diritti delle persone appartenenti a delle minoranze e per condividere la convinzione secondo cui l’estensione delle alleanze e delle strutture militari aumenta inevitabilmente le tensioni e i rischi di conflitti da cui dovrebbe derivare la decisione di  opporsi all’ingresso  dei nuovi paesi candidati – e in primo luogo dell’Ucraina – nella NATO poiché il  Trattato sull’Unione europea contiene una “clausola di mutua difesa” (art. 42.7) in caso di aggressione armata sul territorio di uno Stato membro conformemente all’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite.

In vista delle decime elezioni europee che avranno luogo  fra cinquanta cinque settimane, noi ribadiamo la nostra richiesta ai governi rivolgendoci al governo spagnolo di Pedro Sanchéz che presiederà il Consiglio dal 1° luglio 2023 e al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel affinché mettano in votazione le proposte del Parlamento europeo per il rispetto dell’equilibrio di genere, per l’introduzione di liste transnazionali e per l’estensione del diritto di elettorato attivo alle giovani e ai giovani nati fra il 31 maggio 2006 e il 31 maggio 2008 in modo tale che sia chiaro quali governi sostengono il rafforzamento della democrazia europea.

Noi chiediamo inoltre alla Commissione europea e al Parlamento europeo di proporre al Consiglio europeo e al Consiglio dell’Unione di estendere il diritto di elettorato attivo e passivo a tutte le persone di paesi terzi che risiedono legalmente sul territorio dell’Unione europea e a cui si applicano i diritti alla dignità, alle libertà, all’uguaglianza, alla solidarietà insieme ai diritti alla buona amministrazione, alla trasparenza, al diritto di rivolgersi al mediatore e di indirizzare delle petizioni al Parlamento europeo previsti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea in modo tale che sia chiaro quali governo sostengono i principi dell’inclusione e della non-discriminazione.

Noi ribadiamo infine la nostra convinzione che  - oltre quindici anni dopo la firma del Trattato di Lisbona e mentre l’Unione europea discute della possibilità di ampliare il suo territorio, le sue istituzioni e le sue politiche ai Balcani occidentali e ad una parte dell’Europa orientale - la prossima legislatura debba essere fondata su un metodo costituente affinché il sistema europeo sia preliminarmente approfondito per renderlo più efficace e più democratico in vista del suo allargamento ai paesi che accetteranno di entrare nella nuova Unione prevedendo una procedura che lasci agli attuali paesi membri il diritto di accettarla o di stabilire con essa delle relazioni di cooperazione e di associazione.

Perugia, 21 maggio 2023

coccodrillo

 

 

 

 


LA SETTIMANA DEL MOVIMENTO EUROPEO

22 maggio

  • Roma, evento di lancio del Premio “Attanasio-Iacovacci, riferimenti per i giovani impegnati nella Cooperazione Internazionale” (Consiglio Nazionale dei Giovani e dall’Agenzia Italiana per la Gioventù)

 

24 maggio

  • Roma, riunione del comitato preparatorio in vista del Convegno a Bruxelles in ricordo di David Sassoli sul "Corpo Europeo di Solidarietà - Servizio Civile in Europa", ottobre 2023

 

25 maggio

  • Roma, Tavola rotonda sul “Futuro del welfare e dei diritti sociali fondamentali” a partire dal volume "Il lavoro di oggi la pensione di domani" di Pasquale Tridico con Enrico Marro (Fondazione Lelio e Lisli Basso e Movimento europeo)

 

27 maggio

  • Latina, Seminario di formazione di terzo livello “Post Ventotene” (Istituto di Studi Federalisti Altiero Spinelli)

 

 

 


IN EVIDENZA

VI SEGNALIAMO

  • 22 maggio, ore 10:00-12:30, Sondrio. “ESSERE CITTADINANZA IN SALUTE E ATTIVA" è l'evento promosso dalla Rubrica Associativa Globale Europa Mondo del Contattato APS ente del terzo settore della Provincia di Sondrio. L’iniziativa si inserisce nel quadro del progetto socio-culturale 2023 "Quali riposte alla mancanza di benessere attuale e la necessità di promuovere una cittadinanza in salute, attiva e consapevole". Il Movimento europeo Italia ha concesso, tra gli altri, il proprio patrocinio. LOCANDINA.
  • 22 maggio, ore 17:30, Roma. Presso il Circolo degli Esteri di Roma, il Consiglio Nazionale dei Giovani e l’Agenzia Italiana per la Gioventù presenteranno il Premio “Attanasio-Iacovacci, riferimenti per i giovani impegnati nella Cooperazione Internazionale”, in omaggio e ricordo dell’Ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci morti nel 2021 in un agguato nei pressi di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, dove entrambi prestavano servizio. Nel corso dell’evento, sarà presentato ufficialmente il bando, le modalità di partecipazione e il premio finale. MAGGIORI INFORMAZIONI.
  • Fino al 24 maggio. Settima edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS. Un ricco calendario di oltre 800 eventi - spettacoli, conferenze, workshop, mostre e molto altro - che da Nord a Sud animeranno l'Italia intera durante il mese di maggio. Per maggiori informazioni, scaricare il calendario completo delle iniziative e registrasi agli eventi, visitare il sito dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
  • 25 maggio, ore 17:00, Roma. La Fondazione Lelio e Lisli Basso e il Movimento europeo Italia promuovono la Tavola rotonda sul “Futuro del welfare e dei diritti sociali fondamentali” a partire dal volume "Il lavoro di oggi la pensione di domani" di Pasquale Tridico con Enrico Marro (Solferino, 2023). L’incontro si svolgerà presso la Sala conferenze della Fondazione Basso e sarà trasmesso anche in streaming  sul canale YouTube della Fondazione. PROGRAMMA.
  • 27-28 maggio, Latina. L’Istituto di Studi Federalisti Altiero Spinelli promuove il Seminario di formazione di terzo livello “Post Ventotene” presso la Morgan School di Latina. E’ previsto, fra gli altri, l’intervento del Presideente del Movimento europeo Pier Virgilio Dastoli che porterà il suo contributo sul tema “L’eredità del Manifesto di Ventotene. La rivoluzione costituzionale di Altiero Spinelli”. PROGRAMMA.
  • 31 maggio, ore 15:30, Roma. Ciclo di seminari di discussione “Scegliere direttamente il capo? I semi-presidenzialismi” promosso dalla Fondazione Lelio e Lisli Basso, dal Movimento Europeo Italia e Salviamo la Costituzione. L'incontro si svolge presso l'Università di Roma “La Sapienza” – Facoltà di Giurisprudenza – Sala delle Lauree. LOCANDINA.

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 

 

 

 

 

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Un nuovo inizio per le finanze dell’UE, un nuovo inizio per l’Europa

1.   Il 10 maggio scorso il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che porta lo stesso titolo di questo articolo: essa si occupa di risorse proprie e si salda strettamente con tutte le misure finanziarie che sono state assunte nel dicembre del 2020 per consentire all’Unione di mettere a regime tutte le conseguenze derivanti dall’adozione di quell’iniziativa che porta il nome di Next Generation EU (NGEU).

Lo sforzo di allora è stato imponente: le istituzioni europee, nell’arco di pochi giorni (fra il 14 e il 17 del mese), hanno costruito un intervento finanziario che:

  • collega il NGEU a nuove risorse proprie, una eccezionale (i prestiti sui mercati finanziari), l’altra messa a regime (la plastic tax), altre ancora solo programmate (Decisione 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020);
  • inserisce il NGEU entro il “Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027-QFP” (Regolamento UE, Euratom 2020/2093 del Consiglio, del 17 dicembre 2020), ragguardevole tanto per dimensioni che per azioni: il QFP 2021-2027 ammonta a 2081,5 miliardi di euro;
  • fonda la disciplina di bilancio su un Accordo interistituzionale tra Parlamento, Consiglio e Commissione europei (16 dicembre 2020) per rafforzare la cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria;
  • protegge tutte tali risorse con una disciplina che detta un regime generale di condizionalità legato ai valori che nell’Unione e nei Paesi membri sostanziano lo Stato di diritto (Regolamento UE, Euratom 2020/2092 del 16 dicembre 2020).

Queste iniziative hanno consentito l’approvazione nel 2021 del Dispositivo di Ripresa e Resilienza (Regolamento UE 2021/241), il cui precipitato sono 27 Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza e il “Technical Support Instrument – TSI a sostegno degli Stati per accompagnarli nell’adempimento delle raccomandazioni adottate nel quadro del “Semestre europeo” (Regolamento UE 2021/240).

Sembrerebbe dunque inutile tornare sul tema, visto lo sforzo dispiegato.

Non è così invece, perché il disegno è stato soltanto abbozzato e iniziato, richiede manutenzione e perfezionamenti importanti. Proprio di questo tratta la risoluzione del Parlamento europeo di cui qui oggi si tratta.

2. Anzitutto vale la pena di chiarire il quadro concettuale: Le risorse proprie sono quei cespiti finanziari che ai sensi dei Trattati (art. 311.1 TFUE) rappresentano per l’Unione i «mezzi necessari per conseguire i suoi obiettivi e per portare a compimento le sue politiche».

Sempre secondo i Trattati (art. 311.2 TFUE), il bilancio dell’Unione, «fatte salve le altre entrate, è finanziato integralmente tramite risorse proprie».

Così oggi non è: il bilancio dell’Unione è finanziato per la massima parte da contributi basati sul reddito nazionale lordo (RNL) i quali rappresentano pressappoco il 70% del totale delle entrate europee (https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/27/entrate-dell-unione). 

Inoltre, la ricordata Decisione del Consiglio del 14 dicembre 2020, n. 2020/2053, ha avviato un processo che deve essere perfezionato: essa, infatti, ha autorizzato la Commissione europea a raccogliere risorse in via eccezionale, per le sole esigenze del NGEU, sul mercato dei capitali indebitandosi tramite l’emissione di obbligazioni garantite dal bilancio europeo e da restituire integralmente nel periodo compreso fra il 2028 e il 2058. E ha aperto alla possibilità di istituire nuove risorse proprie.

Il Parlamento ricorda con questa risoluzione una serie di conseguenze derivanti da questa Decisione.

Anzitutto «l’assenza di riforme [ovvero se non si darà seguito ai progettati sviluppi] avrà effetti estremamente negativi sul futuro dell’Unione europea e sulle sue politiche» (punto 1); e in secondo luogo – ma non meno importante – le nuove risorse da creare sono necessarie «per evitare che la prossima generazione di europei paghi il prezzo per il rimborso del capitale e degli interessi dei fondi presi a prestito nell’ambito di NextGenerationEU, attraverso un aumento degli oneri a carico dei contribuenti o tagli ai normali programmi dell’Unione che incidono direttamente sui beneficiari e sui titolari dei progetti» (punto 8).

L’indebitamento miliardario che l’Unione si è assunto obbliga a trovare un nuovo equilibrio tra le entrate (punti 11-14) e dunque a dar seguito al progetto di istituire forme di tassazione basate sul sistema di scambio di quote di emissione (ETS), sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), sulla tassazione delle imprese (BEFIT: punto 15), sulle transazioni finanziarie (punto 18), sulle criptovalute (punto 19), nonché a deliberare che qualunque entrata derivante da politiche dell’Unione (ivi compreso il gettito che proviene dalle sanzioni pecuniarie) deve essere conferita al bilancio comune.

Il Parlamento conclude icasticamente che «l’attuale finanziamento del bilancio dell’Unione è in contrasto con quanto inteso dai padri fondatori e con lo spirito dei trattati» (punto 38): conclusione con la quale non si può non essere d’accordo.

Su queste conclusioni vale la pena di ricordare le proposte avanzate più volte dal Movimento europeo in collaborazione con il Centro Studi sul federalismo (in allegato), con il Centro per l’Economia Reale (in allegato) e a seguito delle iniziative della Commissione europea per la revisione del Patto di Stabilità e Crescita (in allegato).

3. Ma perché la questione è importante anche di più di quanto fin qui espresso?

Il sistema di finanziamento di un ente (interno o internazionale che sia, la distinzione è irrilevante) determina la misura dell’ente stesso di autodeterminarsi. L’organizzazione internazionale (anche l’Unione europea appartiene a questa categoria) è un ente derivato dalla volontà degli Stati, i quali non cessano di ricordare che essi sono i padroni dei trattati!!!, e dunque non potrà – se conserverà la forma attuale – autodeterminarsi totalmente.

Ma godere di risorse che derivano dalle competenze che essa esercita valorizza la sua capacità di fare scelte politiche indipendenti da spinte eccentriche impresse da uno Stato e da un gruppo minoritario di Stati membri. Dà autorevolezza alle proposte strategiche della Commissione, come peraltro la prassi si è incaricata di dimostrare proprio nell’occasione della pandemia e, ancora, a proposito delle conseguenze della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, con le conseguenze che si sono prodotte sul mercato delle materie prime e delle fonti energetiche.

Inoltre, il fatto che l’Unione goda di risorse proprie manifesta in concreto l’esistenza di un rapporto di governo che corre direttamente fra l’Organizzazione con i propri cittadini e con le imprese che lavorano nel «mercato interno».

Dunque, l’auspicio è che il Consiglio prenda sul serio la risoluzione del Parlamento ed eserciti la competenza normativa che il Trattato gli conferisce nella materia del sistema delle risorse proprie (art. 311.3-4 TFUE).

Nicoletta Parisi

Vicepresidente Movimento europeo

15 maggio 2023

 

 

 

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