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DOPO IL 9 GIUGNO: LA VERA ALTERNATIVA EUROPEA

Dopo le elezioni europee un dato politico apparirebbe quasi incontrovertibile: la nave dell’Unione europea virerebbe a destra ed anzi verso l’estrema destra e gli emicicli di Strasburgo e di Bruxelles si tingerebbero di tre sfumature di colore bruno più o meno forte invadendo il rosso delle sinistre, il rosa dei socialisti, il verde degli ecologisti, il giallo dei liberali e il blu dei popolari.

Immaginiamo che la presentazione colorata degli emicicli di Strasburgo e Bruxelles da sinistra a destra non alluda ad un legame fra le destre e le estreme destre del ventunesimo secolo - che attraversano ormai politicamente quasi tutti i paesi membri dell’Unione europea - e le squadre paramilitari (Sturmabteilungen) nate nella Repubblica di Weimar con le camicie brune a protezione del nazismo anche se fra i nuovi movimenti ci sono frange con evidenti nostalgie fasciste come è stato dimostrato dalle dichiarazioni dello Spitzenkandidat e europarlamentare AFD Maximilian Krah secondo cui “chi aveva l’uniforme SS non era automaticamente un criminale”.

In Austria, Francia e Germania i risultati delle elezioni europee hanno sorriso in effetti ai movimenti di destra e di estrema destra perché l’austriaco FPO (erede di Jorg Haider) ha raddoppiato i deputati da 3 a 6 (su 20 seggi in totale), il Rassemblement National francese di Marine Le Pen è passato da 18 a 30 deputati a cui  si devono aggiungere quelli di La France Fière di Marion Marechal e dunque 35 parlamentari su un totale di 81 francesi e l’AFD tedesca è passata da 9 a 15 parlamentari sui 96 seggi assegnati alla Germania.

Questi risultati hanno evidenti effetti nazionali che hanno terremotato il panorama politico in questi tre paesi fino al punto di spingere Emmanuel Macron all’azzardo ad altissimo rischio, per la Francia e per l’Unione europea, di convocare elezioni legislative anticipate il 30 giugno e il 7 luglio.

Poiché le elezioni dal 6 al 9 giugno erano europee e non nazionali, vediamo se la nave dell’Unione europea – già scossa da un susseguirsi di tempeste che hanno attraversato la nona legislatura europea dal 2019 al 2024 – abbia effettivamente virato a destra o, meglio, verso l’estrema destra e se Giorgia Meloni e Marine Le Pen saranno in grado di “dare le carte” per il rinnovo delle prossime leadership europee, come hanno affrettatamente scritto The Economist ed Euractiv.

I colori bruni nell’Assemblea europea, eletta nel maggio 2019, riguardavano il gruppo di Identità e Democrazia guidato in particolare da Marine Le Pen e Matteo Salvini insieme all’AFD tedesca con 58 parlamentari e il Gruppo dei Conservatori a prevalenza polacca e spagnola con una partecipazione ancora relativamente marginale di Fratelli d’Italia con 67 parlamentari a cui si dovevano aggiungere 25 parlamentari di diverse destre per un totale di 150 deputati ed una percentuale del 21,5% dell’intero Parlamento europeo.

Gli stessi colori bruni nell’Assemblea europea, eletta dal 6 al 9 giugno, riguardano oggi il gruppo dei Conservatori ora guidati da Fratelli d’Italia insieme agli spagnoli di Vox e ai polacchi del PiS fortemente indeboliti nei loro paesi con 73 parlamentari e il gruppo di Identità e Democrazia ancora una volta guidato dal Rassemblement National insieme alla Lega crollata al di sotto del 10% con 58 parlamentari a cui si aggiungono fra gli altri i 15 deputati dell’AFD espulsa dal gruppo ID, gli 11 dell’ungherese Fidesz ed altre destre per un totale di circa 170 deputati pari al 22,7 % dell’intero Parlamento europeo.

L’ipotesi vagheggiata da Marine Le Pen dii unire in un unico gruppo “tutti i patrioti” è un puro e irraggiungibile miraggio politico considerando le divisioni che separano tutti i nazionalisti a cominciare dalla politica estera  e il fatto che alcuni come Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e ODS di Petr Fiala a Praga sono al governo e altri come il Rassemblement National francese e il PiS polacco sono attualmente all’opposizione.

Nelle complesse alchimie politiche europee e nazionali che dovranno portare in successione all’elezione del Presidente della Commissione, all’approvazione di tutta la Commissione europea, alla nomina dell’Alto Rappresentante per gli affari esteri e all’elezione del Presidente del Consiglio europeo le “carte” saranno date nel quadro di un accordo inter-istituzionale fra governi nazionali e Parlamento europeo dove – dopo le schermaglie pre-elettorali – dovrebbe prevalere un’intesa “europeista” fra Popolari, Socialisti e Liberali i cui gruppi rappresentano nella nuova assemblea il 57% dell’intero Parlamento europeo con un possibile ampliamento ai Verdi - avendo i socialisti e i liberali escluso la possibilità di unire il loro voto a quello dell’ECR (e dunque di Fratelli d’Italia) e ancor di più a quello di Identità e Democrazia - all’interno di un ampio patto istituzionale sulle cariche europee.

Non basterà certo questo patto europeista per estirpare le radici delle proteste che hanno spinto in avanti i movimenti di destra e di estrema destra pronti ad usare e a soffiare sulle paure legate alle politiche migratorie, alle conseguenze economiche e sociali della conversione ecologica, alle insicurezze interne ed esterne e alla crescita delle diseguaglianze sociali perché l’obiettivo principale dovrebbe essere quello di difendere l’avvenire delle nostre democrazie in un continente scosso dalle guerre, dai rischi delle devastazioni provocate dai cambiamenti climatici e dalla insostenibilità delle politiche nazionali.

Un primo importante segnale per manifestare con forza la volontà di difendere concretamente l’avvenire delle nostre democrazie dovrebbe essere la decisione di cambiare l’ordine delle presidenze del Consiglio dell’Unione europea impedendo al governo ungherese di gestire dal 1° luglio al  31 dicembre 2024 tutte le attività intergovernative e le relazioni istituzionali con il Parlamento europeo.

Di fronte a queste sfide dirompenti le culture politiche europeiste sono apparse negli ultimi anni divise, incerte e balbettanti nel rispondere alle proteste, essendo attirate talvolta dalle pulsioni populiste ed essendo incapaci di andare al di là di soluzioni provvisorie ed emergenziali.

Per evitare il rischio che la nave dell’Unione europea possa virare effettivamente a destra e cioè verso un indebolimento delle regole democratiche, è  necessario un patto fra il Parlamento europeo e la nuova Commissione per tutta la legislatura gettando le basi di una vera alternativa europea articolata sulle priorità di uno sviluppo socialmente sostenibile (l’Agenda 2030), di  un bilancio ambizioso per garantire beni pubblici attraverso vere risorse proprie, del completamento della conversione ecologica e delle transizioni digitale ed energetica, della convergenza delle nostre economie come condizione per la competitività europea e dell’autonomia strategica europea - con particolare riferimento alla politica estera e alla dimensione della difesa - in un mondo multipolare.

L’obiettivo finale di questo patto dovrebbe essere l’approvazione di una riforma costituzionale prima dell’allargamento ai Balcani e all’Europa orientale evitando il labirinto istituzionale della “convenzione” - la cui apertura appare bloccata dall’ostilità dei governi - e l’ostacolo di un negoziato intergovernativo usando un metodo che coinvolga tutte le forze politiche nel Parlamento europeo e nei parlamenti nazionali attraverso delle assise interparlamentari insieme alla democrazia partecipativa applicando lo strumento innovativo delle “convenzioni di cittadini europei”.

Roma, 11 giugno 2024  

coccodrillo

 

  

 

 

 

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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare per la nuova legislatura europea.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- Dieci priorità della decima legislatura europea

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

- Il Libro verde del Movimento europeo

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 

 

 

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CARE LETTRICI E CARI LETTORI

La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare per la nuova legislatura europea.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- Dieci priorità della decima legislatura europea

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

- Il Libro verde del Movimento europeo

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 


 L'EDITORIALE

DOPO IL 9 GIUGNO: LA VERA ALTERNATIVA EUROPEA

Dopo le elezioni europee un dato politico apparirebbe quasi incontrovertibile: la nave dell’Unione europea virerebbe a destra ed anzi verso l’estrema destra e gli emicicli di Strasburgo e di Bruxelles si tingerebbero di tre sfumature di colore bruno più o meno forte invadendo il rosso delle sinistre, il rosa dei socialisti, il verde degli ecologisti, il giallo dei liberali e il blu dei popolari.

Immaginiamo che la presentazione colorata degli emicicli di Strasburgo e Bruxelles da sinistra a destra non alluda ad un legame fra le destre e le estreme destre del ventunesimo secolo - che attraversano ormai politicamente quasi tutti i paesi membri dell’Unione europea - e le squadre paramilitari (Sturmabteilungen) nate nella Repubblica di Weimar con le camicie brune a protezione del nazismo anche se fra i nuovi movimenti ci sono frange con evidenti nostalgie fasciste come è stato dimostrato dalle dichiarazioni dello Spitzenkandidat e europarlamentare AFD Maximilian Krah secondo cui “chi aveva l’uniforme SS non era automaticamente un criminale”.

In Austria, Francia e Germania i risultati delle elezioni europee hanno sorriso in effetti ai movimenti di destra e di estrema destra perché l’austriaco FPO (erede di Jorg Haider) ha raddoppiato i deputati da 3 a 6 (su 20 seggi in totale), il Rassemblement National francese di Marine Le Pen è passato da 18 a 30 deputati a cui  si devono aggiungere quelli di La France Fière di Marion Marechal e dunque 35 parlamentari su un totale di 81 francesi e l’AFD tedesca è passata da 9 a 15 parlamentari sui 96 seggi assegnati alla Germania.

Questi risultati hanno evidenti effetti nazionali che hanno terremotato il panorama politico in questi tre paesi fino al punto di spingere Emmanuel Macron all’azzardo ad altissimo rischio, per la Francia e per l’Unione europea, di convocare elezioni legislative anticipate il 30 giugno e il 7 luglio.

Poiché le elezioni dal 6 al 9 giugno erano europee e non nazionali, vediamo se la nave dell’Unione europea – già scossa da un susseguirsi di tempeste che hanno attraversato la nona legislatura europea dal 2019 al 2024 – abbia effettivamente virato a destra o, meglio, verso l’estrema destra e se Giorgia Meloni e Marine Le Pen saranno in grado di “dare le carte” per il rinnovo delle prossime leadership europee, come hanno affrettatamente scritto The Economist ed Euractiv.

I colori bruni nell’Assemblea europea, eletta nel maggio 2019, riguardavano il gruppo di Identità e Democrazia guidato in particolare da Marine Le Pen e Matteo Salvini insieme all’AFD tedesca con 58 parlamentari e il Gruppo dei Conservatori a prevalenza polacca e spagnola con una partecipazione ancora relativamente marginale di Fratelli d’Italia con 67 parlamentari a cui si dovevano aggiungere 25 parlamentari di diverse destre per un totale di 150 deputati ed una percentuale del 21,5% dell’intero Parlamento europeo.

Gli stessi colori bruni nell’Assemblea europea, eletta dal 6 al 9 giugno, riguardano oggi il gruppo dei Conservatori ora guidati da Fratelli d’Italia insieme agli spagnoli di Vox e ai polacchi del PiS fortemente indeboliti nei loro paesi con 73 parlamentari e il gruppo di Identità e Democrazia ancora una volta guidato dal Rassemblement National insieme alla Lega crollata al di sotto del 10% con 58 parlamentari a cui si aggiungono fra gli altri i 15 deputati dell’AFD espulsa dal gruppo ID, gli 11 dell’ungherese Fidesz ed altre destre per un totale di circa 170 deputati pari al 22,7 % dell’intero Parlamento europeo.

L’ipotesi vagheggiata da Marine Le Pen dii unire in un unico gruppo “tutti i patrioti” è un puro e irraggiungibile miraggio politico considerando le divisioni che separano tutti i nazionalisti a cominciare dalla politica estera  e il fatto che alcuni come Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e ODS di Petr Fiala a Praga sono al governo e altri come il Rassemblement National francese e il PiS polacco sono attualmente all’opposizione.

Nelle complesse alchimie politiche europee e nazionali che dovranno portare in successione all’elezione del Presidente della Commissione, all’approvazione di tutta la Commissione europea, alla nomina dell’Alto Rappresentante per gli affari esteri e all’elezione del Presidente del Consiglio europeo le “carte” saranno date nel quadro di un accordo inter-istituzionale fra governi nazionali e Parlamento europeo dove – dopo le schermaglie pre-elettorali – dovrebbe prevalere un’intesa “europeista” fra Popolari, Socialisti e Liberali i cui gruppi rappresentano nella nuova assemblea il 57% dell’intero Parlamento europeo con un possibile ampliamento ai Verdi - avendo i socialisti e i liberali escluso la possibilità di unire il loro voto a quello dell’ECR (e dunque di Fratelli d’Italia) e ancor di più a quello di Identità e Democrazia - all’interno di un ampio patto istituzionale sulle cariche europee.

Non basterà certo questo patto europeista per estirpare le radici delle proteste che hanno spinto in avanti i movimenti di destra e di estrema destra pronti ad usare e a soffiare sulle paure legate alle politiche migratorie, alle conseguenze economiche e sociali della conversione ecologica, alle insicurezze interne ed esterne e alla crescita delle diseguaglianze sociali perché l’obiettivo principale dovrebbe essere quello di difendere l’avvenire delle nostre democrazie in un continente scosso dalle guerre, dai rischi delle devastazioni provocate dai cambiamenti climatici e dalla insostenibilità delle politiche nazionali.

Un primo importante segnale per manifestare con forza la volontà di difendere concretamente l’avvenire delle nostre democrazie dovrebbe essere la decisione di cambiare l’ordine delle presidenze del Consiglio dell’Unione europea impedendo al governo ungherese di gestire dal 1° luglio al  31 dicembre 2024 tutte le attività intergovernative e le relazioni istituzionali con il Parlamento europeo.

Di fronte a queste sfide dirompenti le culture politiche europeiste sono apparse negli ultimi anni divise, incerte e balbettanti nel rispondere alle proteste, essendo attirate talvolta dalle pulsioni populiste ed essendo incapaci di andare al di là di soluzioni provvisorie ed emergenziali.

Per evitare il rischio che la nave dell’Unione europea possa virare effettivamente a destra e cioè verso un indebolimento delle regole democratiche, è  necessario un patto fra il Parlamento europeo e la nuova Commissione per tutta la legislatura gettando le basi di una vera alternativa europea articolata sulle priorità di uno sviluppo socialmente sostenibile (l’Agenda 2030), di  un bilancio ambizioso per garantire beni pubblici attraverso vere risorse proprie, del completamento della conversione ecologica e delle transizioni digitale ed energetica, della convergenza delle nostre economie come condizione per la competitività europea e dell’autonomia strategica europea - con particolare riferimento alla politica estera e alla dimensione della difesa - in un mondo multipolare.

L’obiettivo finale di questo patto dovrebbe essere l’approvazione di una riforma costituzionale prima dell’allargamento ai Balcani e all’Europa orientale evitando il labirinto istituzionale della “convenzione” - la cui apertura appare bloccata dall’ostilità dei governi - e l’ostacolo di un negoziato intergovernativo usando un metodo che coinvolga tutte le forze politiche nel Parlamento europeo e nei parlamenti nazionali attraverso delle assise interparlamentari insieme alla democrazia partecipativa applicando lo strumento innovativo delle “convenzioni di cittadini europei”.

Roma, 11 giugno 2024  

coccodrillo

 

  

 


DIECI PRIORITÀ DELLA DECIMA LEGISLATURA EUROPEA

Il Movimento europeo in Italia ha sottoposto alla firma delle candidate e dei candidate il testo di una dichiarazione relativa alle “Dieci priorità della decima legislatura europea” che derivano dal lavoro collettivo dei suoi membri contenuto nel Libro verdeScriviamo insieme il futuro dell’Europa: un progetto, un metodo e un’agenda costituente per la decima legislatura europea 2024-2029” edito da Editoriale Scientifica in vista delle elezioni europee con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Il Libro verde sarà trasformato entro il prossimo autunno in un Libro Bianco con proposte precise da presentare al nuovo Parlamento europeo, alla nuova Commissione, al CESE e al CdR oltre che al MEI e alle reti europee della società civile.

Pubblichiamo la lista delle candidate e dei candidati che hanno sottoscritto le nostre priorità come impegno per la prossima legislatura.

Un incontro con le elette e gli eletti che hanno condiviso le nostre priorità sarà organizzato il 9 luglio a Bruxelles nel giorno anniversario della costituzione del Club del Coccodrillo che avviò un processo costituente nel1980 al fine di rendere strutturata e permanente la nostra collaborazione con i parlamentari italiani nella futura Assemblea.

 

LISTA CANDIDATI E CANDIDATE CHE HANNO ADERITO ALLE

 DIECI PRIORITA’ DEL MOVIMENTO EUROPEO PER UN’AGENDA COSTITUENTE EUROPEA

(IN ORDINE DI CIRCOSCRIZIONI E ALFABETICO)

 

 


LA SETTIMANA DEL MOVIMENTO EUROPEO

 

10 giugno

  • Budapest, Macro-regional civil network welcome meeting
  • Roma, Premiazione Scuola di Liberalismo 2024 e aggiornamento sulle attività del Comitato nazionale per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi

11-14 giugno

  • Praga, "2nd NGO Idea Hub meeting" nell’ambito del progetto Erasmus Plus "EUth: Strengthening Youth and Democracy in Europe" (Agora Central Europe)

12 giugno

  • Roma, Consiglio di Presidenza del Movimento europeo Italia
  • Roma, Assemblea del Movimento europeo Italia

    


IN EVIDENZA

 

VI SEGNALIAMO

  • 11-14 giugno, Praga. “2nd NGO Idea Hub meeting” nell’ambito del progetto Erasmus Plus "EUth: Strengthening Youth and Democracy in Europe". Un progetto di partecipazione giovanile realizzato dall’organizzazione beneficiaria, Agorà Central Europe (CZ) con il supporto della Commissione europea e della locale Agenzia competente. Organizzazioni partecipanti: AGORA CE OPS, Association Euni Partners, Movimento Europeo Italia, EVROPAIKI KOINONIA POLITIKI EKFRASI THESMOI, DRPDNM.
  • 12 giugno, ore 14:00-18:30, Roma. Presso la “Sala David Sassoli” di Palazzo Valentini, sede della Città metropolitana di Roma Capitale, l'Assemblea del Movimento europeo Italia, preceduta da una riunione del Consiglio di Presidenza, si riunirà per fare una valutazione sul risultato delle elezione europee e sull'azione svolta dal Movimento europeo con il suo “Libro verde”. Si rifletterà inoltre sulle iniziative da avviare con la nuova legislatura sia in termini delle politiche dell’Unione che per quanto riguarda la riforma del Trattato di Lisbona, ma anche delle iniziative del Movimento europeo concernente la presidenza ungherese di turno del Consiglio dell’Unione europea e la conversione ecologica europea. L’incontro è riservato ai soli membri dell’Assemblea e del Consiglio di Presidenza. PROGRAMMA.

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 


LIBRO VERDE

SCRIVIAMO INSIEME IL FUTURO DELL'EUROPA

Il “LIBRO VERDE - Scriviamo insieme il futuro dell’Europa. Un progetto, un metodo e un’agenda costituente per la decima legislatura 2024-2029” è finalizzato ad aprire una discussione pubblica per tradursi poi in un “Libro bianco” con proposte ancora puntuali rivolte al nuovo Parlamento europeo ed iniziative di cittadine e di cittadini indirizzate alla nuova Commissione europea nel quadro delle azioni e delle priorità del Movimento Europeo Internazionale.

Esso si iscrive nel quadro del dibattito sul futuro dell’integrazione europea sottoposta alle drammatiche sfide che hanno sconvolto il Continente e i Paesi vicini nel secondo decennio del secolo prendendo come punto di partenza le raccomandazioni della Conferenza sul futuro dell’Europa e le reazioni dalle diverse istituzioni europee insieme alle indicazioni emerse dal dibattito italiano e dalle organizzazioni rappresentative della società civile dopo la fine della Conferenza.

Esso rientra, inoltre, nel quadro di attività di due progetti più ampi mirati a rafforzare il ruolo del Movimento Europeo come catalizzatore della società civile organizzata in Italia per quanto riguarda le loro aspettative rispetto all’UE.

Il primo di tali progetti “Beni pubblici europei per una prosperità condivisa: opportunità e sfide del sistema Italia nella decima legislatura europea” è realizzato con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ai sensi dell’art. 23 bis del D.P.R. 18/1967.

La seconda iniziativa è la piattaforma di attività “Insieme per l’Europa” promosse dal Movimento Europeo Internazionale con il cofinanziamento dell’Unione europea.

Il Movimento Europeo intende condividere il Libro verde con altre reti della società civile, confrontarsi con ricerche e proposte come quelle del Forum Diseguaglianze Diversità (FDD) nel libro “Quale Europa: capire, discutere, scegliere” e diffonderlo attraverso i nostri centri di coordinamento territoriale e sottoporlo poi alle candidate e ai candidati alle elezioni europee.

Il Libro verde esiste in un formato pocket a stampa ed in un formato e-book e si conclude con una sintesi delle nostre priorità “per un’Europa unita e democratica in un mondo paralizzato da un disordine globale” e con il “Manifesto per le Elezioni Europee 2024 del Movimento Europeo Internazionale”. Un volume secondo (disponibile solo in forma elettronica) riporta diversi testi rilevanti per il dibattito sulle riforme europee tra cui, in particolare, i contributi pervenuti da parte delle organizzazioni facenti parte del Movimento Europeo – Italia

Vai alla versione e-book del “LIBRO VERDE” del Movimento Europeo – Italia   (versione stampata 58 pagine)

Vai al Volume secondo del LIBRO VERDE - ALLEGATI

Versione stampata Editoriale Scientifica  (178 pagine)

 

 

 

 

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Ci serve davvero l’Europa? Non staremo perdendo tempo ed energie dietro a un’idea? Quella di oggi è la terra dei diritti immaginata a Ventotene? Mentre l’Unione è sotto attacco da più parti, accusata di essere una matrigna distante dai problemi reali dei cittadini, Emma Bonino e Pier Virgilio Dastoli, protagonisti indiscussi del progetto europeista, scelgono di intraprendere un viaggio nella memoria personale e collettiva che ci riguarda tutti da vicino. Ripercorrono lotte e progressi, sconfitte e conquiste, recuperano le tracce delle esistenze e delle aspirazioni di tante donne e tanti uomini che si sono battuti per costruire e difendere questo ideale, e invitano a prendere coscienza di quanto ancora resta da fare, senza però commettere l’errore di dimenticare, o peggio di gettare via, l’enorme lavoro svolto finora.

Il risultato è un dialogo serrato e coinvolgente, stimolato dalle ricostruzioni del documentarista Luca Cambi, in cui si dà conto delle innumerevoli tappe di questo processo, si ravviva il dibattito sulle nuove sfide che ci attendono, e si offre il ritratto appassionato e avvincente di Altiero Spinelli, vero padre fondatore capace di intuire e ispirare con lungimiranza, in un continente lacerato dalla guerra, quei principi di fratellanza, pace e libertà a cui ancora oggi dobbiamo tendere.

COPERTINA.

A che ci serve l'Europa

di Emma Bonino, Pier Virgilio Dastoli

Prefazione di Corrado Augias, postfazione di Romano Prodi, con la collaborazione di Luca Cambi

(edito da Marsilio NODI)

 

 

 

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Il “LIBRO VERDE - Scriviamo insieme il futuro dell’Europa. Un progetto, un metodo e un’agenda costituente per la decima legislatura 2024-2029” è finalizzato ad aprire una discussione pubblica per tradursi poi in un “Libro bianco” con proposte ancora puntuali rivolte al nuovo Parlamento europeo ed iniziative di cittadine e di cittadini indirizzate alla nuova Commissione europea nel quadro delle azioni e delle priorità del Movimento Europeo Internazionale.

Esso si iscrive nel quadro del dibattito sul futuro dell’integrazione europea sottoposta alle drammatiche sfide che hanno sconvolto il Continente e i Paesi vicini nel secondo decennio del secolo prendendo come punto di partenza le raccomandazioni della Conferenza sul futuro dell’Europa e le reazioni dalle diverse istituzioni europee insieme alle indicazioni emerse dal dibattito italiano e dalle organizzazioni rappresentative della società civile dopo la fine della Conferenza.

Esso rientra, inoltre, nel quadro di attività di due progetti più ampi mirati a rafforzare il ruolo del Movimento Europeo come catalizzatore della società civile organizzata in Italia per quanto riguarda le loro aspettative rispetto all’UE.

Il primo di tali progetti “Beni pubblici europei per una prosperità condivisa: opportunità e sfide del sistema Italia nella decima legislatura europea” è realizzato con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ai sensi dell’art. 23 bis del D.P.R. 18/1967.

La seconda iniziativa è la piattaforma di attività “Insieme per l’Europa” promosse dal Movimento Europeo Internazionale con il cofinanziamento dell’Unione europea.

Il Movimento Europeo intende condividere il Libro verde con altre reti della società civile, confrontarsi con ricerche e proposte come quelle del Forum Diseguaglianze Diversità (FDD) nel libro “Quale Europa: capire, discutere, scegliere” e diffonderlo attraverso i nostri centri di coordinamento territoriale e sottoporlo poi alle candidate e ai candidati alle elezioni europee.

Il Libro verde esiste in un formato pocket a stampa ed in un formato e-book e si conclude con una sintesi delle nostre priorità “per un’Europa unita e democratica in un mondo paralizzato da un disordine globale” e con il “Manifesto per le Elezioni Europee 2024 del Movimento Europeo Internazionale”. Un volume secondo (disponibile solo in forma elettronica) riporta diversi testi rilevanti per il dibattito sulle riforme europee tra cui, in particolare, i contributi pervenuti da parte delle organizzazioni facenti parte del Movimento Europeo – Italia

Vai alla versione e-book del “LIBRO VERDE” del Movimento Europeo – Italia   (versione stampata 58 pagine)

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