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11-17 July 2022

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Thursday 14 July

Friday 15 July

 

 

 

 

 

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ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

  • 12 luglio 2022, ore 16:00-18:15. Sono ancora aperte le iscrizioni al Webinar “Transformation” to “Regenerate the Planet and Regenerate Europe” promosso da Movimento Europeo-Italia e think tank The-EPE. Dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, sono state avanzate proposte come "Confederazione europea" o "Comunità politica europea". Con gli impegni presi, si tratterebbe di un nuovo livello di coordinamento, un'"Europa almeno a 36": UE 27 + Ucraina, Georgia e Moldova, Serbia, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo. Potrebbe essere aperto a candidati non UE ed ex membri dell'UE. Il Webinar del 12 giugno esplorerà quella che sarebbe la "nuova architettura" dell'Europa con un Consiglio d'Europa sui valori, una Confederazione Europea/Comunità Politica sui partenariati, un'Unione Europea e come potrebbe contribuire a rigenerare l'Europa, il Pianeta e una Società di Fiducia. Il primo panel si svolgerà in francese-italiano con traduzione simultanea. Il secondo e terzo panel si terranno solamente in lingua inglese. PROGRAMMA. Per partecipare, registrarsi al link: https://forms.gle/T2z7qTUbtyfqGKmUA
  • 14 luglio 2022, ore 10:00. NON ARRENDIAMOCI ALLA GUERRA. Un riflessione su pace, negoziato, crisi economica, sociale e democratica. Iniziativa promossa da ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. LOCANDINA. Live sulla pagina Facebook di ANPI.
  • 14 luglio 2022, ore 15:00-18:00, Roma. Assemblea del Movimento europeo Italia.

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 

 

 

 

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Petizione per l’invio di Forze internazionali di interposizione in Ucraina

affinché tacciano le armi e si avvii un negoziato sulla pace e la sicurezza

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha finalmente chiesto un immediato e temporaneo “cessate il fuoco” in Ucraina dopo sessanta giorni in cui hanno parlato solo le armi.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha già approvato nel 1950 la Risoluzione 377A (Uniting for peace) che autorizza la stessa Assemblea Generale a adottare – a maggioranza qualificata – le misure di peace keeping. Su questa base, quindi, sia i paesi membri dell’Unione Europea che gli Stati che si sono astenuti sulle risoluzioni di condanna della Russia potrebbero chiedere la convocazione di una nuova Assemblea Generale Straordinaria che sostenga l’urgenza di una tregua immediata e che autorizzi l’invio in Ucraina delle Forze Internazionali di pace per garantirla.  

I promotori della petizione sollecitano l’attivazione dello Statuto delle Nazioni Unite, in particolare il suo Capitolo VII che autorizza l’Assemblea Generale a decidere misure di peace keeping per il tramite delle “Forze internazionali di pace” (i cosiddetti Caschi Blu) costituite in base al documento “United Nations Peacekeeping Operations: Principles and Guidelines” affinché sia garantito il rispetto del “cessate il fuoco”.

Fra i diritti essenziali o meglio come fondamento dei diritti essenziali la Carta delle Nazioni Unite del 1945, la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo del 1948 e il Patto delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici del 1966 hanno posto nei rispettivi preamboli il principio della dignità umana.

Fra i crimini che l’armata russa sta compiendo e si prepara a perpetuare in Ucraina vi è il disprezzo della dignità umana su donne, minori e uomini, su tutta la popolazione civile.

La comunità internazionale e con essa l’OSCE e l’Unione europea non sono stati in grado, pur avendone la consapevolezza ed i mezzi, di prevedere la guerra scatenata senza giustificazione alcuna dalla Russia contro l’Ucraina e di far interrompere le operazioni militari.

L’UNICA STRADA A TALE PUNTO PERCORRIBILE APPARE L’INVIO IN UCRAINA - SU DECISIONE A MAGGIORANZA QUALIFICATA DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE DELLE FORZE DI INTERPOSIZIONE (I CASCHI BLU) PREVISTE PER GARANTIRE LE OPERAZIONI DI PEACE KEEPING LA CUI MISSIONE – È BENE RICORDARLO - NON È OFFENSIVA MA È NECESSARIA PER GARANTIRE IL RISPETTO DELLA DECISIONE DI FAR TACERE LE ARMI.

La gravità eccezionale di quel che sta avvenendo dal 24 febbraio in Ucraina e il rifiuto di Vladimir Putin, in primo luogo, di accettare l’avvio di un vero negoziato di pace esige ormai l’uso di strumenti eccezionali. Si tratta di una strada evidentemente difficile, ma l’immane tragedia umanitaria deve spingere la comunità internazionale a tentare di intraprendere anche le strade più impervie e con l’occasione dimostrare al mondo l’immagine che l’ONU è una Istituzione creata a garanzia della giustizia e della libertà dei popoli. 

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Petition for the deployment of International Intervention Forces in Ukraine

to lay down arms and let negotiations on peace and security begin

The Secretary-General of the United Nations, Antonio Guterres, has finally called for an immediate and temporary "ceasefire" in Ukraine after sixty days of armed violence.

The General Assembly of the United Nations already approved Resolution 377a (Uniting for peace) in 1950, which authorizes the General Assembly to adopt – by qualified majority – the measures of peace keeping. Therefore, both the member countries of the European Union and the States that abstained on the resolutions condemning Russia could request the convening of a new Extraordinary General Assembly. Said Assembly could support the urgency of an immediate truce and authorize sending International Peace Forces to Ukraine to guarantee it.

The signatories of this petition urge the activation of the United Nations Statute, in particular its Chapter VII which authorizes the General Assembly to decide on peace keeping measures through the "International Peace Forces" (the so-called Blue Helmets) established since the document "United Nations Peacekeeping Operations: Principles and Guidelines" to ensure compliance with the "ceasefire".

Among the essential rights, or as the basis of essential rights, the Charter of the United Nations of 1945, the Universal Declaration of Human Rights of 1948 and the United Nations Covenants on Civil, Political, Economic, Social and Cultural Rights of 1966 have placed the principle of human dignity, mentioned in their respective preambles.

The contempt for human dignity regarding women, minors, men, and the whole civilian population, is just one of the heinous crimes committed by the Russian army. Content could reach its peak if the Moscow autocrat decided to parade the Ukrainian prisoners, humiliating them as the Soviets did on the Red Square in 1945 with the prisoners of the Third Reich.

The international community, mainly the OSCE and the European Union – while having the awareness and the means - have not been able to foresee the war unleashed by Russia against Ukraine without any justification and to bring military operations to a halt.

THE ONLY WAY FORWARD AT THIS POINT APPEARS TO BE THE DISPATCH TO UKRAINE OF INTERNATIONAL INTERPOSITION FORCES (THE BLUE HELMETS) TO GUARANTEE THE PEACE KEEPING OPERATIONS. THEIR MISSION – IT SHOULD BE REMINDED - IS NOT OFFENSIVE, BUT IT IS NECESSARY TO ENSURE COMPLIANCE WITH THE CEASEFIRE. THE DECISION SHOULD BE TAKEN BY A QUALIFIED MAJORITY OF THE GENERAL ASSEMBLY OF THE UNITED NATIONS, GOING BEYOND THE STALEMATE TAKING PLACE WITHIN THE SECURITY COUNCIL.

This intervention was also explicitly requested by the Ukrainian Parliament, which called for the deployment of a peacekeeping mission on Ukrainian territory, launching an appeal to the United Nations for international mediation. The exceptional gravity of what has been happening since February 24 in Ukraine and Vladimir Putin's refusal to accept the start of a genuine peace negotiation now requires the adoption of exceptional measures.

This is obviously a difficult road to undertake, but the immense humanitarian tragedy must push the international community to try to take even the most difficult roads and, on this occasion, to show the world that the UN is an institution created to guarantee justice, peace, and the freedom of peoples. 

SOTTOSCRIVI LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG

 

 

 

 

 

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9 luglio 1980:
nasce il Club del Coccodrillo e si apre il cantiere dell’Europa democratica

Il 9 luglio 1980, nove deputati europei ispirati da Altiero Spinelli [1] lanciarono con la creazione del Club del Coccodrillo – dal nome del ristorante di Strasburgo dove si riunirono per la prima volta - la sfida del ruolo costituente del Parlamento europeo, eletto per la prima volta nel giugno 1979 a suffragio universale e diretto.

L’iniziativa nacque come risposta all’incapacità dei governi dei Nove, che costituivano allora le Comunità europee (Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Regno Unito, Irlanda e Danimarca), di prendere decisioni adeguate nell’interesse dei cittadini e delle cittadine sui temi della politiche dell’economia reale, del bilancio e della politica estera, una incapacità plasticamente rappresentata dallo scontro sul finanziamento europeo con il primo ministro britannico Margaret Thatcher (I want my money back).  


L’iniziativa del Coccodrillo fu inizialmente accolta con scetticismo fra i gruppi politici nel Parlamento europeo (popolari, socialisti, liberali, comunisti e conservatori) e con l’ostilità dai governi e dalla Commissione europea

  • perché i trattati di Roma non attribuivano al Parlamento europeo un potere di iniziativa costituzionale,
  • perché molti ritenevano che le risposte in termini di nuove politiche potessero essere date senza cambiare i trattati,
  • perché i più «audaci» fra i deputati europei proponevano di chiedere o meglio di pregare il Consiglio di proporre alcune modifiche al funzionamento delle istituzioni da sottoporre per approvazione ad una conferenza intergovernativa.

Nel corso dei mesi il realismo innovatore della iniziativa del Coccodrillo prevalse sullo scetticismo dei gruppi politici e sull’ostilità dei governi, grazie anche all’azione di alcuni leader europei in tutti i paesi membri delle Comunità europee [2], provocando un interesse crescente anche al di fuori del Parlamento europeo.

L’iniziativa del Club del Coccodrillo fu accompagnata dall’ottobre 1980 fino al giugno 1983 dalla pubblicazione di “Crocodile: lettre aux membres du Parlement européen” pubblicata da Altiero Spinelli, Felice Ippolito e Pier Virgilio Dastoli, con il contributo organizzativo di Viviane Schmit, in tutte le lingue ufficiali delle Comunità europee e diffusa in tutta Europa in diecimila copie a “lettera” [3].

L’iniziativa si concluse con il successo della democrazia parlamentare perché l’assemblea approvò a larga maggioranza il 14 febbraio 1984 un progetto di trattato per istituire l’Unione europea (il “progetto Spinelli”) [4] su cui vi fu un iniziale impegno del Presidente francese François Mitterrand a sostenerlo, poi sacrificato sull’altare della logica intergovernativa.

Da allora è stata calcolata la quantità delle proposte innovative di quel progetto inserite nei trattati successivi (Atto Unico, Maastricht, Amsterdam, Nizza, Lisbona) sottovalutando la qualità delle proposte rimaste negli archivi europei a causa dell’ostilità dei governi che si considerano i “padroni dei trattati” e che prendono ogni decisione di revisione all’unanimità con l’unanimità delle ratifiche nazionali.

Queste proposte riguardavano in particolare alcuni elementi essenziali del progetto di trattato:

  • la ripartizione delle competenze fra l’Unione europea e gli Stati membri,
  • una vera politica estera e della sicurezza che comprenda anche la difesa,
  • la generalizzazione del voto a maggioranza nel Consiglio e il ruolo limitato del Consiglio europeo,
  • i poteri fiscali e cioè di bilancio del Parlamento europeo insieme al potere di iniziativa legislativa in caso di carenza dell’intervento della Commissione,
  • una legge elettorale europea,
  • un meccanismo efficace per la difesa dello stato di diritto,
  • il ruolo governativo della Commissione europea,
  • un metodo costituzionale per consentire ad una maggioranza di paesi di proseguire sulla via di una unione sempre più stretta,
  • una procedura ad hoc per completare i trattati con leggi costituzionali approvate con una doppia maggioranza qualificata nel Consiglio e nel Parlamento europeo.

Di fronte alla rinnovata incapacità dei governi di decidere la riapertura del cantiere europeo dopo la fine della Conferenza sul futuro dell’Europa, il Movimento europeo chiede che il Parlamento europeo richiami alle loro responsabilità la Commissione europea e il  Consiglio dell’Unione per adottare insieme all’assemblea le misure necessarie ad affrontare le emergenze (energia, difesa e cybersecurity, relazioni con il Mediterraneo e con l’Africa, conseguenze sociali della pandemia e della guerra, politiche migratorie e di accoglienza, politica fiscale europea e nuova governance economica, transizione ecologica…).

Il Movimento europeo chiede inoltre al Parlamento europeo di abbandonare nello stesso tempo la via di una parziale revisione all’unanimità dei trattati con il metodo tortuoso di una convenzione senza legittimità democratica e di scrivere gli elementi essenziali di un nuovo progetto di trattato che sostituisca integralmente il Trattato di Lisbona e che venga discusso nell’autunno 2023 in una riunione di “assise interparlamentari” come quelle che si svolsero a Roma nel novembre 1990.

La discussione del progetto preparato dal Parlamento europeo dovrà così costituire il tema centrale della campagna per le elezioni europee nel 2024 su cui si dovranno confrontare i partiti europei e la società civile per far emergere una maggioranza politica dotata di una chiara volontà costituente per trasformare il progetto in un nuovo trattato da sottoporre direttamente alle ratifiche dei parlamenti nazionali o ad un referendum paneuropeo e trasformare l’unione ibrida in un sistema federale.

Alcuni di noi hanno già corso la propria corsa e la preparazione delle prossime elezioni europee dovrà essere affidata soprattutto alla responsabilità delle giovani generazioni di federalisti, in particolare a coloro che si incontrano ogni anno a Ventotene, rispondendo all’appello lanciato da Altiero Spinelli nella scuola dell’isola nell’ottobre 1981, e a cui vogliamo dedicare quest’anno il ricordo e l’esempio del Club del Coccodrillo contando sulla loro volontà e capacità di uscire dagli schemi tradizionali dell’apparente realismo per far prevalere rapidamente la scelta di una democrazia costituente.

Bruxelles, 9 luglio 2022

coccodrillo

 

 

 

[1] Balfe, Gaiotti de Biase, Key, Johnson, Leonardi, Luecker, Visentini, von Wogau oltre a Spinelli fra coloro che avevano risposto ad una lettera-appello di Spinelli del 25 giugno 1980

[2] Fra i quali vale la pena di ricordare Willy Brandt, Pierre Pflimlin e Roland Dumas, Enrico Berlinguer, Stanley Johnson padre di Boris e Derek Prag, Marco Pannella ed Emma Bonino, Léo Tindemans e Antoinette Spaak, Hans Nord e Laurens Brinkhorst…Tutte le cronache quasi giornaliere dell’azione del Club del Coccodrillo sono minuziosamente descritte da Altiero Spinelli nel suo “Diario Europeo 1976/1986” pubblicato da Il Mulino nel 1992.

[3] Tutte le “lettere” sono pubblicate sui siti del Movimento europeo in Italia, degli Archivi dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze e del Centro Europeo Altiero Spinelli dell’Università di Roma-III

[4] la cui versione “costituzionale” fu redatta da Francesco Capotorti, Francis Jacobs, Jean-Paul Jacqué, Meinhard Hilf con il contributo intellettuale e riservato di Leopoldo Elia presidente della Corte costituzionale. Studiosi e studenti che vogliono approfondire il contenuto del “progetto Spinelli” possono leggere “Le Traité instituant l’Union européenne: un projet, une méthode, un agenda” riedito nel 2014 da Editions de l’Université de Bruxelles con il coordinamento di Marianne Dony e Jean-Victor Louis, il commentario dei quattro giuristi e la postfazione di Giorgio Napolitano. Per gli studiosi e gli studenti anglofoni consigliamo la lettura della versione in inglese pubblicata da Oxford, Clarendon Press con il titolo The European Union Treaty nel 1986 e “EU Federalism and constitutionalism: the legacy of Altiero Spinelli” coordinato da Andrew Glencross e Alexandre H. Trechsel con contributi di Stefano Bartolini, Bruno de Witte, Sergio Fabbrini, Paolo Ponzano ed una postfazione di Pier Virgilio Dastoli -Edizione Lanham, Lexington Books 2010

 

 

 

 

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