Via Angelo Brunetti, 60   06.36001705  06.87755731  segreteriacime@tin.it  segreteria@movimentoeuropeo.it

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

CARE LETTRICI E CARI LETTORI

La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare in vista delle elezioni europee del maggio 2024.

Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre 2022 anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- Attiriamo la vostra attenzione

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 


 L'EDITORIALE

Le due Corti europee e l’inviolabilità della dignità umana. Quale conseguenze nelle politiche per i “migranti”?

       1. L’art. 4 della Carta dei diritti, che proibisce la tortura e i trattamenti inumani e degradanti (dal contenuto pressoché identico all’art. 3 della Cedu), ha un ruolo centrale nel sistema garantistico apprestato dal Bill of rights dell’Unione perché le sue prescrizioni hanno un carattere assoluto (stessa logica segue la Convenzione europea così come interpretata dalla Corte di Strasburgo) rappresentando uno sviluppo analitico  del principio dell’inviolabilità della dignità della persona (art. 1) e non possono essere bilanciate con esigenze di ordine generale o per tutelare altre pretese individuali e collettive. Nessuno può richiamare  nobili fini, situazioni emergenziali o prerogative di terzi per rompere il tabù dell’intangibilità della zona di rispetto  dovuta ad una persona, indipendentemente dalle sue condotte: si tratta di prerogative assolute che il diritto internazionale, dal secondo novecento, vuole proteggere in ogni comunità politica e che le Corti europee di diritti recepiscono pienamente.

 La giurisprudenza delle due Corti europee ha certamente conosciuto un’evoluzione che ha nel tempo allargato la sfera di protezione dei soggetti dalle situazioni più estreme, come sono quelle delle pratiche di tortura o delle violenze sistematiche nei confronti dei detenuti o delle persone in custodia, a trattamenti crudeli che mortificano programmaticamente le persone che vi sono sottoposte umiliandole anche al fine di fiaccarne il carattere e la capacità di resistenza. Inoltre la norma è  stata progressivamente orientata alla prevenzione del rischio di dover subire situazioni come quelle prima descritte anticipando la soglia di attenzione delle autorità giurisdizionali. In quest’ottica di prevenzione sono venute in considerazione anche le situazioni di malattia della persona  per la quale il trattamento carcerario o di privazione della libertà in altro paese può rischiare di diventare intollerabile per le patologie sofferte. Qui possono venir in rilievo le condizioni di custodia nella loro connessione con la tutela della salute della persona, anche alla luce delle cure offerte nel paese ove si viene trasferiti e nei luoghi di custodia. Si deve quindi evidenziare questa vis espansiva della tutela che tende a ricomprendere le varie dimensioni della salvaguarda della dignità essenziale della persona, secondo una matrice tipicamente europea (che all’art. 34 della Carta si estende anche al diritto “di natura sociale” ad una vita dignitosa).

Il caso esaminato recentemente dalla Corte di giustizia il 18 aprile 2023, nella sua composizione più autorevole della Grande Chambre ([1]), su rinvio pregiudiziale disposto dalla Corte costituzionale italiana  dopo che la Corte di appello di Milano aveva sollevato incidente di costituzionalità, riguardava l’eseguibilità di un mandato d’arresto europeo richiesto dalla magistratura croata nei confronti di persona residente in Italia ed  affetta da disturbo psichiatrico che richiedeva la prosecuzione di una terapia farmacologica con rischio elevato di suicidio in caso di incarcerazione.  La Consulta chiedeva ([2]) se “l’art. 1 par. 3 della decisione quadro 2002/584, letto ala luce degli artt.3, 4 e 35 della Carta dei diritti fondamentali UE, debba essere interpretato nel senso che l’autorità giudiziaria di esecuzione, ove ritenga che la consegna da gravi patologie di carattere cronico e potenzialmente irreversibili possa esporla al pericolo di subire un grave pregiudizio alla sua salute, debba richiedere all’autorità giudiziaria procedente  le informazioni che portano ad escludere la sussistenza di questo rischio e sia tenuta a rifiutare la consegna allorché non ottenga assicurazioni in tal senso entro un termine ragionevole”; inoltre chiedeva, se i rischi non apparissero risolvibili in un periodo ragionevole di sospensione dell’eseguibilità del mandato, se la richiesta di arresto  dovesse essere rifiutata dal paese ospitante. Si tratta di una questione delicata perché il principio del mutuo riconoscimento tra stati membri è il fondamento delle politiche di cooperazione giudiziaria e dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia: inoltre dal caso non sembravano emergere specifiche doglianze in ordine al sistema carcerario croato o all’assistenza medica erogata da tale sistema.   

La Corte nel Lussemburgo in effetti ricorda i principi  fondanti la disciplina sovranazionale del  settore: la fiducia reciproca e di mutuo riconoscimento rivestono un’importanza fondamentale nel diritto dell’Unione e l’ultimo di tali principi costituisce lo stesso “fondamento” della cooperazione giudiziaria in materia penale. Il rifiuto di esecuzione di un ordine di arresto costituisce un’ipotesi eccezionale (che deve essere desumibile  dalle previsioni della decisione quadro) da interpretarsi restrittivamente. Sussiste anche una presunzione secondo cui le cure ed i trattamenti offerti negli stati membri per le prese in carico, anche di patologie gravi, di carattere cronico e potenzialmente irreversibili siano adeguati. Però deve ritenersi che qualora esistano comprovate ragioni che la consegna di una persona ricercata rischi di mettere manifestamente in pericolo la sua salute l’autorità giudiziaria può sospendere temporaneamente la consegna. Il potere di sospensione va correlato al dovere di evitare trattamenti inumani e degradanti alla luce dell’art. 4 della Carta dei diritti come sarebbe il rischio di un grave peggioramento delle condizioni di salute del soggetto con riduzione significativa della sua aspettativa di vita o un deterioramento clinico rapido e difficilmente reversibile. Qui la decisione della Corte UE diventa molto innovativa in quanto indica al Giudice nazionale il dovere di attivarsi chiedendo spiegazioni all’autorità del paese emittente ed invitandolo a dare assicurazioni sulle condizioni di detenzione dopo il trasferimento che comunque devono essere attentamente vagliate e devono essere giudicate idonee ad escludere il rischio (di violazione dell’art. 4) emerso precedentemente. Se il rischio non può essere escluso dopo un periodo di tempo ragionevole la richiesta di un mandato di arresto va respinta.

Come nella più recente giurisprudenza della Corte di giustizia il motore della tutela garantista diventa il giudice ordinario nazionale che anche d’ufficio (quindi attivandosi e valutando criticamente quanto emerge dai documenti processuali) dovrebbe attentamente e motivatamente verificare che non si rischi, evitando  un coordinamento meramente cartaceo e burocratico con i colleghi di altri paesi, di violare basilari prescrizioni della Carta dei diritti che, in tal modo, entra nella carne viva delle procedure giudiziarie del vecchio continente impedendo abusi intollerabili  ed un ossequio solo formale ai principi  garantistici  sovranazionali.

A conclusioni  convergenti con questa decisione la Corte di giustizia era già arrivata con una precedente sentenza del 22.11.2022 della quale si è già parlato in questa newsletter ([3]) riguardante, però, un caso di rimpatrio di soggetto gravemente malato. Anche in questa ipotesi la Corte di giustizia affermava che l’art. 4 della Carta imponeva di evitare il rimpatrio laddove questo comportasse il rischio per la persona di essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti per l’assenza di cure idonee nel paese di rientro ed invitava il giudice ordinario a disporre anche d’ufficio ogni approfondimento necessario. I diritti della Carta diventano così un terreno di verifica prioritaria per stabilire se le procedure di consegna ad altre autorità giurisdizionali di soggetti ricercati o di rimpatrio di migranti clandestini soddisfino davvero elementari principi di garanzia delle dignità delle persone.

         2. Sul fronte  della giurisprudenza dell’altra Corte europea, quella di Strasburgo, va ricordata la recente sentenza del 30.3.2023, JA ed altri c. Italia con la quale è stata accertata la violazione da parte del “bel paese” dell’art. 3 Cedu (divieto di trattamenti inumani o  degradanti pressoché identica all’art. 4 della Carta UE, come già ricordato), dell’art. 5 par. 1,2 e 4 (diritto alla libertà e sicurezza, simile all’art. 6 della Carta) e dell’art. 4 Protocollo allegato alla Cedu (divieto di espulsione collettiva degli stranieri, simile all’art. 19 Carta UE). Vittime dell’illegittimo ed inumano trattamento alcuni cittadini tunisini che, dopo essere stati salvati da una nave italiane e trasportati a Lampedusa, erano stati trattenuti dieci giorni nell’hotspot locale, senza possibilità di uscirne legalmente e in condizioni ritenute dalla Corte di Strasburgo disumane e degradanti e quindi erano stati trasferiti improvvisamente in Tunisia dopo aver ricevuto la notificazione del provvedimento di respingimento, che la Corte ha giudicato “collettivo”. In questa sentenza (che ancora potrebbe essere impugnata alla Grande Chambre della Corte dal governo italiano) ritroviamo l’affermazione per cui le previsioni dell’art. 3 hanno carattere assoluto e quindi nessuna emergenza può giustificare una deroga come quella di essere custoditi in un luogo disumano, cui i giudici di Strasburgo aggiungono la valutazione per la quale la privazione della libertà subita era avvenuta in assenza di una base giuridica chiara (o di un provvedimento specifico) e che il respingimento del gruppo di tunisini era avvenuto in difetto di una valutazione individualizzata e delle varie posizioni e quindi era da giudicarsi come “ collettivo”.

Simili accertamenti certamente hanno un  notevole significato per stabilire se queste procedure seguite dalle autorità italiane abbiano violato anche la normativa UE e la sua Carta dei diritti ([4]).

        3. Dal punto di vista dell’Unione questa sarebbe obbligata ad agire attraverso i suoi organi, in qualsiasi forma questo intervento avvenga,  in modo che i principi e i  diritti stabiliti dal Bill of rights di Nizza siano rispettati (art. 51 della Carta ed art. 6 TUE), il che certamente non accade lungo le frontiere dell’Unione ove operano discussi accordi con paesi che nel loro territorio non rispettano i diritti umani per favorire i rimpatri o per realizzare forme di a sorveglianza esternalizzata dei confini. I pronunciamenti delle due Corti europee ed il valore “ sacrale”  degli artt. 3 Cedu e 4 Carta di Nizza da queste ribadito non riescano a penetrare questo territorio opaco delle prassi e degli accordi tra paesi. In attesa che il previsto Migration Pact (che nelle migliori delle ipotesi verrà esaminato poco prima delle elezioni del PE del 2024) riveda queste annose questioni anche alla luce delle decisioni delle Corti europee, si segnalano iniziative della società civile che hanno optato per la strada della proposizione di alcune ICE (Iniziative dei cittadini europei di cui all’art. 11 TUE) per chiedere alla Commissione di garantire il rispetto dei principi e dei diritti della Carta in ogni operazione di interazione con i paesi terzi (siano finanziamenti, accordi internazionali, aiuti di qualsiasi genere, prassi logistiche  etc.) valutando l’impatto sul piano dei diritti umani di queste interazioni e la loro trasparenza. Inoltre si invoca una maggiore solidarietà non solo tra i paesi membri ma verso i migranti e le loro primarie necessità e uno statuto comune dei regimi di asilo nazionale in modo che si interrompa l’attuale corsa alla disumanità in pieno dispiegamento. Almeno due ICE vorremmo ricordare, molto simili tra di loro, la prima promossa dalla città di Rennes (dopo un’ampia consultazione cittadina molto partecipata), la seconda dalla rete stop border violence, entrambe già depositate e vidimate dalla Commissione.

Su queste proposte il Movimento europeo si impegnerà ad illustrarne i contenuti e cercherà di aprire un dibattito il più compio e condiviso sulle iniziative di promozione di un’Europa dei diritti che sappia border proteggere ed aiutare coloro che sono costretti a migrare nei territori dell’Unione.

Roma, 2 maggio 2023

coccodrillo

 

 

[1] Corte di Giustizia (Grande Sezione), 18 aprile 2023, C-699/2021, EDL

[2] Dopo aver giudicato, a ragione, che gli aspetti concernenti l’interpretazione del diritto UE alla luce delle diposizioni della Carta di Nizza apparivano prevalenti e implicavano un intervento chiarificatore della Corte di giustizia

[3] Movimento europeo

[4] Il 26.4.2023 il Consiglio di stato olandese ha sospeso i trasferimenti dei richiedenti asilo dall’Olanda all’Italia ai sensi del Trattato di Dublino per la carenze sistemiche del sistema italiano di accoglienza che espone i richiedenti a trattamenti degradanti

 

 

 


ATTIRIAMO LA VOSTRA ATTENZIONE

Approda oggi in aula alla Camera il decreto che aumenterà i migranti “irregolari” spingendoli nelle braccia della criminalità organizzata, tenterà di aprire la strada a misure collettive e dunque illegali di respingimenti nei paesi di origine dove si muore di guerre, persecuzioni, fame, rarefazione dell’acqua, disastri ambientali e espropriazione delle terre, creerà le condizioni per nuovi lager in terra italiana.

Se diminuiranno i flussi migratori il governo italiano avrà aumentato le sofferenze nei paesi di origine di chi cerca la via della salvezza e farà un danno all’economia italiana e alla nostra società che invecchia e che è in una situazione di progressivo calo demografico.

Il governo potrebbe porre la fiducia per impedire che vengano approvati degli emendamenti se saranno respinte le tre pregiudiziali delle opposizioni e temendo forse le assenze e i franchi tiratori in una maggioranza sempre più allo sbando.

 
 
 

LA SETTIMANA DEL MOVIMENTO EUROPEO

2 maggio

  • Roma, evento di celebrazione per i 50 anni dall’apertura della sede della Fondazione Friedrich Ebert in Italia.

 

 


IN EVIDENZA

VI SEGNALIAMO

  • 4-6 maggio, Firenze. 13ma edizione della Conferenza THE STATE OF THE UNION 2023 dal titolo "Building Europe in times of uncertainty". The State of the Union è il rinomato vertice annuale per la riflessione ad alto livello sull'agenda europea che riunisce importanti pensatori scientifici, accademici, responsabili politici e giornalisti di varie discipline per un'analisi approfondita e una discussione sulle sfide e le opportunità che l'Europa si trova ad affrontare in tempi incerti. MAGGIORI INFORMAZIONI E PROGRAMMA.
  • 9 maggio, ore 11:00, Salerno. EUROPA DAY IX Edizione a cura del Center for European Studies (CES). Il Segretario generale del Movimento europeo – Italia, Giuseppe Bronzini, già Presidente della sezione lavoro Corte di Cassazione, discuterà su “La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Ambito di applicazione, efficacia, ruolo direttivo nel processo di integrazione. PROGRAMMA.
  • 17 maggio, ore 14:00-18:45, Torino. Il Movimento europeo in Italia e la rete europea dello European Partners for Environment (The EPE), promuove la ConferenzaBLOCKCHAIN & EUROPE’s GOVERNANCE TRANSFORMATION FROM GLOBAL TO LOCAL” sul tema dello Sviluppo sostenibile con particolare riferimento alla Blockchain come strumento di democrazia partecipativa, sotto l'alto patrocinio del Presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’evento, che è realizzato anche con la collaborazione dello European Blockchain Observatory and Forum e con il sostegno dell’Università di Torino e del Centro Studi sul Federalismo, si svolgerà presso il Campus Einaudi dell’Università di Torino, nell’ambito del Festival dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, in formato ibrido. L’incontro fa parte di un progetto che si svilupperà nei prossimi mesi con iniziative presso le Nazioni Unite a New York, a Dubai in vista della COP 28 e nel 2024 in vista del Vertice sul futuro pianeta promosso dal Segretario generale delle Nazioni Unite. L’evento di Torino, inoltre, si svolgerà in preparazione di una iniziativa italiana che avrà luogo a Roma nell’autunno 2023. Attraverso il seguente form online, sarà possibile effettuare l’iscrizione in presenza - i posti in presenza presso il Campus Einaudi sono limitati – oppure a distanza. L’incontro si svolgerà in lingua inglese, ma sarà garantita la traduzione simultanea in italiano. PROGRAMMA e CONSULTATION PAPER.  

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 

 

 

 

 

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

 

VI SEGNALIAMO

  • 4-6 maggio, Firenze. 13ma edizione della Conferenza THE STATE OF THE UNION 2023 dal titolo "Building Europe in times of uncertainty". The State of the Union è il rinomato vertice annuale per la riflessione ad alto livello sull'agenda europea che riunisce importanti pensatori scientifici, accademici, responsabili politici e giornalisti di varie discipline per un'analisi approfondita e una discussione sulle sfide e le opportunità che l'Europa si trova ad affrontare in tempi incerti. MAGGIORI INFORMAZIONI E PROGRAMMA.
  • 17 maggio, ore 14:00-18:45, Torino. Il Movimento europeo in Italia e la rete europea dello European Partners for Environment (The EPE), promuove la ConferenzaBLOCKCHAIN & EUROPE’s GOVERNANCE TRANSFORMATION FROM GLOBAL TO LOCAL” sul tema dello Sviluppo sostenibile con particolare riferimento alla Blockchain come strumento di democrazia partecipativa, sotto l'alto patrocinio del Presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’evento, che è realizzato anche con la collaborazione dello European Blockchain Observatory and Forum e con il sostegno dell’Università di Torino e del Centro Studi sul Federalismo, si svolgerà presso il Campus Einaudi dell’Università di Torino, nell’ambito del Festival dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, in formato ibrido. L’incontro fa parte di un progetto che si svilupperà nei prossimi mesi con iniziative presso le Nazioni Unite a New York, a Dubai in vista della COP 28 e nel 2024 in vista del Vertice sul futuro pianeta promosso dal Segretario generale delle Nazioni Unite. L’evento di Torino, inoltre, si svolgerà in preparazione di una iniziativa italiana che avrà luogo a Roma nell’autunno 2023. Attraverso il seguente form online, sarà possibile effettuare l’iscrizione in presenza - i posti in presenza presso il Campus Einaudi sono limitati – oppure a distanza. L’incontro si svolgerà in lingua inglese, ma sarà garantita la traduzione simultanea in italiano. PROGRAMMA e CONSULTATION PAPER.  

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 

 

 

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

 

26 aprile

  • Roma, incontro online presentazione Avviso per l’erogazione dei contributi di ricerca e analisi nel campo della politica estera, anno 2023 (MAECI).
  • Roma, Assemblea del Movimento europeo Italia

 

28 aprile

  •  Meeting online Club of Venice

 

 

 

 

 

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

 

Il Forum civico europeo (European Civic Forum) organizza e ospita l'Accademia civica europea 2023 dal 19 al 20 settembre. Candidati per partecipare alla European Civic Academy entro il 30 aprile!

EUROPEAN CIVIC ACADEMY 2023 - Call for applications

→ Are you an activist in associations, movements or grassroots groups whose daily actions positively impact the political and public life and/or bring transformative change in your community? 

→ Are you invested in the question of how to ensure civic empowerment leads to real change in the political arena?  

→ Are you interested in gaining a European perspective ahead of the European elections next year? 

Apply to take part in the European Civic Academy 2023 by 30 April! 

The upcoming European elections are taking place in 2024 and can provide a crucial moment for Europe’s political life to collectively decide what shared European future we want. As the social, political and environmental challenges of our times require a global and European approach to local and national actions, this question is relevant for all those activists invested in making possible effective access to rights, social, racial and environmental justice. 

On 19-20 September, ECA 2023 will take place in Brussels, bringing together practitioners and activists from very diverse organisations and movements with academics to deepen their understanding on the challenges and opportunities ahead of the elections. They will have the opportunity to learn from each other’s experiences and gain a holistic understanding of the topic to inspire a renewal of our collective social and political action. 30 activists residents in the European Union will be selected to receive full coverage of the costs to participate.

If you have questions, do not hesitate to write to Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

FURTHER INFORMATION

 

 

 

 

 

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

 

INFOSFERA E AUTONOMIA STRATEGICA DELL’UNIONE EUROPEA

UNA INIZIATIVA DEL MOVIMENTO EUROPEO SULLA BLOCKCHAIN

Con una accelerazione che conferma la capacità dell’Unione europea di reagire alle emergenze, il Consiglio ed il Parlamento europeo hanno raggiunto il 20 aprile un accordo sulla proposta della Commissione europea di uno European Microchips Act che entrerà in vigore nel 2024 e cioè di un piano europeo per rispondere alla dipendenza dell’industria europea nella produzione di componenti elettronici sui cui si impone attualmente l’egemonia della Cina e di Taiwan in un mercato mondiale che vale 450 miliardi di euro.

Lo stato di crisi nell’approvvigionamento dei microchip è apparso in tutta la sua evidenza durate la pandemia che ha colpito la produzione cinese e taiwanese anche a causa delle tensioni fra Pechino e Taipei senza contare gli effetti della guerra in Ucraina mettendo in gravi e crescenti difficoltà il settore manifatturiero nell’Unione europea che è la parte industriale più importante della nostra economia sapendo che la cosiddetta infosfera e cioè l’intelligenza artificiale permea tutta la nostra società dagli usi casalinghi, alla produzione industriale, dalla logistica alla difesa, dal marketing ai supercomputer per finire – last but not least - con la ricerca e con la salute.

In questo quadro si colloca il rapporto fra l’intelligenza artificiale e la tutela dei diritti per garantire la qualità, la trasparenza e la interoperabilità dei dati di cui la tecnologia della blockchain appare essenziale per favorire maggiore certezza nella raccolta dei dati rielaborati dai sistemi di intelligenza artificiale implementando la fiducia nei risultati prodotti dagli algoritmi.

È questo l’obiettivo della iniziativa avviata dal Movimento europeo insieme allo European Partners for Environment e allo EU Blockchain Observatory and Forum, il contributo del Centro Studi sul Federalismo e il patrocinio della Facoltà di Ingegneria della Sapienza Università di Roma e di Compubblica con una prima tappa il prossimo 17 maggio al Campus Einaudi dell’Università degli Studi di Torino che è partner del progetto, una tappa nell’ambito del quinto Festival sullo sviluppo sostenibile organizzato da ASviS dall’8 al 24 maggio in tutta Italia (LINK A DOCUMENTO, AGENDA E LINK PER ISCIVERSI).

Per reagire all’emergenza la Commissione europea ha proposto un anno fa ed il Consiglio insieme al Parlamento europeo al termine del tradizionale tri-dialogo hanno accettato di investire con lo European Microchips Act 49 miliardi di euro di cui 3.3 miliardi di euro dal bilancio europeo e 6.2 miliardi di fondi pubblici con l’obiettivo di passare dal 9% della quota europea nel mercato mondiale al 20% entro il 2030 e sapendo che gli Stati Uniti hanno deciso di investire 52,7 miliardi di dollari con il loro Chips and Science Act che comprende una parte sostanziosa di sgravi fiscali per la ricerca.

I tre pilastri dello European Microchips Act sono il Chips for Europe initiative che prevede la costruzione di laboratori e fabbriche per incrementare la produzione di microchips, la garanzia di forniture necessarie usando investimenti pubblici e privati e la collaborazione fra Stati membri.

All’investimento nella produzione di microchips si aggiunge la dimensione della ricerca avanzata per accelerare il livello delle conoscenze europee bloccate al livello della sperimentazione al fine di dare la priorità alla industrializzazione delle tecnologie europee.

Beneficeranno delle risorse europee gli impianti europei per la produzione di microchips ma anche i loro fornitori nel quadro dello sviluppo della cooperazione fra l’Unione europea e gli Stati membri che comprenderà la costante verifica dello stato di approvvigionamento dei semiconduttori, del livello della domanda e dell’offerta anche per pianificare eventuali e nuove crisi.

Questa iniziativa della Commissione europea si accompagna alla maggiore flessibilità nell’applicazione delle norme relative agli aiuti di Stato che interessa non solo la Francia e la Germania ma anche l’Italia che è partner della Francia nella StMicroelectronics all’avanguardia nella costruzione di nuovi impianti di microchips.

Vale la pena di sottolineare tre aspetti nell’accordo raggiunto a Strasburgo dopo il tri-dialogo fra il Consiglio e il Parlamento europeo con il ruolo attivo della Commissione europea e del commissario Thierry Breton: a. l’atto europeo si fonda sul partenariato pubblico/privato che è un metodo essenziale per garantire la competitività dell’infosfera europea; b. viene avviata una parte della politica industriale europea in un settore sensibile della nostra autonomia strategica; c. in una situazione di crisi si rafforza la “dimensione europea” delle nostre relazioni con Taiwan come è stato sottolineato da Le Monde dopo le improvvide dichiarazioni di Emmanuel Macron secondo cui “l’Unione europea dovrebbe evitare di farsi trascinare nelle controversie fra Pechino e Taipei”.

Al di là dello European Microchips Act, tutto quello che ruota intorno al mondo che si adatta all’intelligenza artificiale, che ci conduce dall’internet delle cose (Internet of things o IOT) all’internet della interconnessione (Internet of everything) e che supera la dimensione territoriale, solleva la questione costituzionale dell’etica e del diritto in cui l’Unione europea è oggi all’avanguardia.

Essa lo è fin dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2017 con delle raccomandazioni alla Commissione europea concernenti norme di diritto civile nella robotica e le comunicazioni della Commissione europea nell’aprile e nel dicembre 2018 alle quali ha fatto seguito il rapporto del gruppo di esperti ad alto livello nell’aprile 2019 sugli “Orientamenti etici per una intelligenza artificiale affidabile” che individuano sette requisiti: intervento e sorveglianza umani, robustezza tecnica e sicurezza, riservatezza e governance dei dati, trasparenza, diversità, non discriminazione ed equità, benessere sociale e ambientale, accountability.

Come è stato scritto da Alessandro Paino nell’introduzione al rapporto pubblicato da ASTRID su “Intelligenza artificiale e diritto: una rivoluzione?”:

L’approccio dell’Unione europea “tende a distinguersi da quello americano caratterizzato dal ruolo determinante dei grandi players del mercato digitale (BIG TECH) e da quello cinese, caratterizzato dalla straordinaria capacità di profilazione di un sistema autocratico (BIG STATE), contrapponendo ad essi una cultura da BIG DEMOCRACY, fondata sulla capacità regolatoria propria dell’Unione europea, caratterizzata dalla progressiva trasformazione dei principi etici condivisi in strumenti normativi, idonei a garantire un livello significativo di equilibrio tra il rispetto dei diritti fondamentali e le esigenze della ricerca scientifica e tecnologica”.

Roma, 23 aprile 2023

coccodrillo

 

 

 

 
 
 

 centricoo

altiero

ImmagineLIBRO VERDE xsito

 BannerPROCESSO UE

bileurozona

rescue

casaeuropa

agorabanner

coccodrillo

banner fake


Le Nostre Reti

eumov

eucivfor

logo asvis

Comitato Eeinaudi desktop 1 1

ride logoretepace

routecharlemagne


Partner e Sostenitori

parleuitarapprita

banner12

banner11


 ed logo

Gioiosa Jonica  -  Modena  -  Nuoro  - Capo d’Orlando


 

Registrati per ricevere le nostre newsletter.
 

Sostieni le iniziative del Movimento Europeo con una piccola donazione


© Movimento Europeo - Via Angelo Brunetti, 60  ||  Realizzato da logoims

Search