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VI SEGNALIAMO

  • 9 marzo, Roma, ore 9:30-13:30. Convegno Internazionale “Il peso del passato. Il fascismo e il nazismo nel racconto televisivo Rai e Mediaset” promosso dal Centro italo-tedesco per il dialogo europeo Villa Vigoni. PROGRAMMA. INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI. Per informazioni e preregistrazione: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • 11 marzo, Crotone. “BASTA MORTI NEL MEDITERRANEO” La Rete 26 Febbraio promuove una manifestazione nazionale per chiedere che sia fatta giustizia per le vittime e garantire supporto ai familiari e ai superstiti del naufragio di Steccato di Cutro. COMUNICATO STAMPA. Per informazioni e aggiornamenti seguire le pagine della Rete 26 febbraio https://www.facebook.com/rete26febbraio/ e https://instagram.com/rete_26febbraio Per adesioni alla Rete 26 febbraio comunicare via mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. LISTA ADESIONI ALLA RETE (in aggiornamento).
  • 15 marzo, Roma, ore 15:00. Presso la Corte di cassazione in Piazza Cavour a Roma, si terrà l'evento dal titolo "Verso una tutela universalistica dei diritti sociali fondamentali? Dopo la sentenza della Corte di giustizia, 12 gennaio 2023, JK, C-356/2021". Nel corso dell’incontro verrà presentato il recente volume di Adalberto Perulli e Tiziano Treu “In tutte le sue forme e applicazioni. Per un nuovo Statuto del lavoro”. Saranno presenti gli autori. PROGRAMMA.
  • SAVE THE DATE - 30 marzo - Ore 17:00-19:00. Torna un nuovo appuntamento con il ciclo di incontri “DIALOGHI EUROPEI” promossi dal Movimento europeo e dedicati alle priorità dell’Unione europea nel 2023. Il quarto Webinar dal titolo “Futuro del welfare in Europa: riflessioni a partire dal rapporto del Gruppo di esperti della Commissione europea” si svolgerà sulla Piattaforma Zoom del Movimento europeo e in diretta streaming giovedì 30 marzo. PROGRAMMA. Registrazione obbligatoria entro il 28 marzo inviando un'email a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 

 

 

 

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7 marzo

  • Roma, GIORNATA EUROPEA DEI GIUSTI 2023 Cerimonia presso il Giardino di Roma: un albero d’ulivo in onore di Vasilij Semënovič

 

9 marzo

  • Roma, Convegno Internazionale “Il peso del passato. Il fascismo e il nazismo nel racconto televisivo Rai e Mediaset” (Centro italo-tedesco per il dialogo europeo Villa Vigoni)
  • Roma, Convegno COSTRUIRE DEMOCRAZIA NEL NOSTRO TEMPO, CONTRASTARE DISCRIMINAZIONI, PERSECUZIONI E DISCORSI D’ODIO in occasione della Giornata dei Giusti dell‘Umanità 2023 (Fondazione Gariwo)

 

 

 

 

 

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 SUL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE, DEI VALORI DELL’UNIONE E DEI DIRITTI FONDAMENTALI
CON CARATTERE DI URGENZA

Noi cittadine e cittadini dell’Unione europea, associazioni, persone fisiche di paesi terzi residenti nell’Unione europea

  • Viste le conclusioni del Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio ed in particolare il punto 23.e
  • Vista la lettera della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen del 26 gennaio 2023 ai Capi di Stato e di governo, una lettera che sembrerebbe rappresentare un mutamento di approccio della Commissione europea rispetto al Migration Pact del settembre 2020 passando dalla priorità del diritto internazionale, dei principi e dei valori dell’Unione europea e della tutela dei diritti fondamentali ad un’Europa che respinge e che esclude
  • Viste le richieste al Consiglio europeo dei governi di Austria, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta e Slovacchia
  • Considerando gli articoli 20, 24 e 227 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
  • Considerando gli articoli 77, 78, 79 e 80 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
  • Considerando la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ed in particolate gli articoli 1, 2, 4, 5, 15, 18, 19
  • Considerando la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951
  • Considerando la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo del 1985
  • Considerando la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali del 1950
  • Considerando che i Capi di Stato e di governo dei Ventisette hanno deciso di concentrarsi sul rafforzamento dell’azione esterna, sulla cooperazione in materia di rimpatrio e di riammissione, sul controllo delle frontiere esterne, sulla lotta alla strumentalizzazione dei migranti a fini politici e sulla cooperazione con Europol, Frontex e Eurojust confermando il principio secondo cui il controllo dei flussi di migranti è essenzialmente un problema di sicurezza
  • Considerando che nulla è stato detto dal Consiglio europeo sulle ragioni dei movimenti di popolazioni, che avvengono in larga parte all’interno dei paesi di origine, fra paesi dell’Africa sub-sahariana e verso paesi in via di sviluppo, sul fatto che il cosiddetto pull factor non deriva dalla mancanza di respingimenti e di rimpatri dei migranti irregolari ma dalla fuga inarrestabile dai conflitti interni, dalle guerre fra Stati, dalla fame, dai disastri ambientali e dall’espropriazione delle terre, che i rimpatri in molti casi non sono realizzabili per l’impossibilità di sottoscrivere accordi bilaterali con paesi terzi, che molti rimpatri avranno come conseguenza la morte o la schiavitù dei migranti definiti irregolari e che l’Unione europea avrebbe dovuto adottare da tempo un piano per lo sviluppo dell’Africa
  • Considerando che nulla è stato detto dal Consiglio europeo sul valore aggiunto per le economie europee e per la ricchezza delle nostre culture dall’accoglienza dei migranti economici e sulla necessità di mobilitare risorse umane e finanziarie da mettere a disposizione in particolare dei poteri locali per garantire politiche di inclusione considerandole come gli unici strumenti efficaci per garantire la sicurezza di chi arriva e la sicurezza di chi accoglie
  • Considerando che il prossimo Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Affari Interni che dovrà dare seguito alle conclusioni del Consiglio europeo si terrà il 9 marzo sotto presidenza svedese.

Riteniamo che il Parlamento europeo debba respingere  le conclusioni del Consiglio europeo - usando tutti gli strumenti istituzionali di cui l’assemblea dispone - in particolare il paragrafo 23.e in cui si afferma:

chiede alla Commissione europea di mobilitare immediatamente ingenti fondi e mezzi dell’Unione europea per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza – compresa la sorveglianza aerea – e delle attrezzature. In tale contesto, il Consiglio europeo invita la Commissione a mettere a punto rapidamente la strategia di gestione europea integrata delle frontiere”.

Chiediamo di sapere – in quanto movimento di cittadine, cittadini e persone contribuenti – se saranno esclusi finanziamenti per la costruzione di muri e fili spinati, su quale linea di bilancio saranno prelevati questi fondi, se sarà necessario un bilancio suppletivo e rettificativo su cui l’assemblea avrà l’ultima parola, come si verificherà la pertinenza e la necessità delle spese effettuate, poiché tali ingenti fondi dovrebbero essere prelevati dal bilancio dell’Unione europea, che è finanziato dalle cittadine e dai cittadini europei nonché da tutte le persone che risiedono nell’Unione europea.

Roma, 28 febbraio 2023

 

Vedi la lista completa degli attuali firmatari

 

Il 28 febbraio la Petizione è stata presentata al Parlamento europeo con il sostegno dei Movimenti europei di Italia, Francia, Polonia e Spagna, di Emergency, Eumans, Medel, la rete The Last20, Concord Italia, Legambiente e Open Arms e con il sostegno di mille cittadine e cittadini europei e oltre cento soggetti collettivi.

In data 2 marzo, una analoga Petizione è stata presentata anche alla Camera dei Deputati.

 

LA PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E' ANCORA APERTA AD EVENTUALI SOTTOSCRIZIONI

INVIANDO UN’EMAIL ALL'INDIRIZZO  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

o direttamente su CHANGE.ORG

 

 

 

 

 

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SULLA STRAGE DI CUTRO LA RESPONSABILITA’ È DEL GOVERNO

Come sappiamo, l’Italia è il paese con il più gran numero di corpi militari di tutta Europa. Essi dipendono istituzionalmente da almeno otto ministri e ministeri ma le Forze Armate nel loro insieme dipendono dal ministero della Difesa e sono costituite da Esercito, Marina militare, Aeronautica Militare, e Arma dei Carabinieri, quest’ultima elevata al rango di Forza Armata con il decreto legislativo 297/2000.

In questo quadro l’art. 132 del codice di ordinamento militare precisa che il Corpo delle Capitanerie di Porto dipende dalla Marina Militare esercitando  in concorso con gli altri Corpi competenze di difesa marittima, di leva marittima, di supporto della Forza Armata, di protezione della unità navali, di pattugliamento, di presidio militare, di addestramento e di applicazione del diritto internazionale marittimo.

Nella drammatica vicenda del naufragio di Steccato di Cutro, che rientra nelle competenze territoriali del porto di Crotone, sono stati coinvolti molti soggetti e l’indagine della magistratura e cioè della Procura ma poi del Tribunale dovrà accertare le responsabilità di tutti questi soggetti a tutti i livelli per le conseguenze del naufragio e il mancato rispetto delle convenzioni internazionali, delle norme europee e della Costituzione italiana.

Questi soggetti avrebbero dovuto – ciascuno per sé e collettivamente – agire con l’obiettivo principale di salvare la vita di bambini, donne e uomini che, partendo da Istanbul, erano stati imbarcati inizialmente il 21 febbraio da tre scafisti sulla Luxury 2 e poi trasbordati, dopo tre ore di navigazione ed un’avaria al motore, sul caicco di legno Summer Love (più grande della Luxury 2) giunta con un viaggio di quattro giorni davanti alle coste della Calabria avendo superato le inospitali acque della Grecia, due nomi di imbarcazioni tragicamente grotteschi.

Il caicco Summer Love fu avvistato la sera del 25 febbraio a 40 miglia marine dalla costa calabrese da un aereo della Agenzia Frontex – che non dispone ancora di mezzi per il salvataggio in mare – che ha avvertito il centro operativo di Roma IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Centre) la cui attività si estende anche al di fuori delle acque territoriali italiane.

Poiché l’orientamento del governo italiano – di questo governo ma anche dei governi precedenti a cominciare dall’attività svolta dall’allora ministro degli interni Marco Minniti – è di considerare l’arrivo sulle coste italiane di imbarcazioni frutto di “viaggi della disperazione” organizzati da trafficanti di essere umani principalmente come un problema di polizia, l’avvertimento della Agenzia Frontex è stato trasmesso dal Centro di Roma alla Guardia di Finanza che dispone di motovedette veloci ma instabili per catturare in mare i responsabili della violazione dell’art. 601  del Codice Penale.

Vogliamo inserire qui due prime domande che rivolgiamo in modo pressante alle autorità italiane, alle istituzioni europee a cominciare da Ursula von der Leyen e a Margaritis Schinas e, molto sommessamente, al Sommo Pontefice che ha detto all’Angelus del 5 marzo “i trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti”.

Dove, come e con quali mezzi in Europa e nei rapporti con i paesi terzi  - verso cui vorremmo rinviare chi fugge dalle guerre, dalle persecuzioni e dai disastri ambientali - devono essere fermati i trafficanti di esseri umani?  Ritenete che il cosiddetto pull factor sia provocato dalla “mancanza di educazione alla responsabilità” (come ha detto a Crotone Matteo Piantedosi) o piuttosto dal fatto che in quelle terre non esistono condizioni per il riscatto democratico, economico e sociale e per il rispetto della dignità umana?

Le due motovedette della Guardia di Finanza di Crotone non sono state in grado di portare a compimento la loro missione per un peggioramento delle condizioni del mare che le hanno costrette a rientrare in porto avvertendo tuttavia la Guardia costiera del fallimento del loro compito di polizia.

In alcuni porti italiani e in particolare a Crotone, la Guardia Costiera dispone di imbarcazioni di classe 300 (“Ammiraglio francese”) preposte alla ricerca ed al soccorso d’altura, inaffondabili ed auto-raddrizzanti, che possono operare in condizioni meteomarine proibitive, con propulsione ad idrogetto, autonomia di 500 miglia marine ed una velocità superiore a 30 nodi e mezzi di soccorso come zattere di salvataggio indispensabili per salvare naufraghi nelle acque gelate del mare dove un bambino o una bambina muoiono dopo venti minuti per ipotermia.

Il Summer Love viaggiava invece a 6 nodi all’ora e, giunto a  poche centinaia di metri della costa calabrese, si  è spezzato in due rovesciando in mare centottanta bambini, donne e uomini con l’eccezione dei tre scafisti che si sono salvati sull’unica zattera di salvataggio del caicco.

Per quale ragione l’imbarcazione classe 300 della Guardia Costiera è uscita in mare solo varie ore dopo il ritorno a terra delle motovedette della Guardia di Finanza? Chi ha dato l’ordine alla Guardia Costiera di uscire in mare quando è stata constatata la tragedia e non prima che essa si compisse?

Poiché le funzioni operative della Guardia Costiera sono svolte dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini ma il Corpo delle Capitanerie di Porto dipende dalla Marina Militare vogliamo sapere quali decisioni sono state prese dal governo nel suo insieme e le istruzioni ministeriali che hanno condotto la Guardia Costiera ad intervenire solo a naufragio avvenuto.

Roma, 8 marzo 2023

coccodrillo

 

 

 

 

 

 

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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare in vista delle elezioni europee del maggio 2024.

Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre 2022 anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

- Attiriamo la vostra attenzione

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